Gli occhi azzurri di Kim Novak e del suo gatto Cagliostro, protagonisti di “Una strega in Paradiso” di Richard Quine, sono l’immagine simbolo del Torino Film Festival. Un invito a lasciarsi andare, a immergersi in quegli occhi, in quei sogni, in quello schermo, metafora dell’attrazione che il cinema esercita. Il film del 1958 da cui è tratta l’immagine della 35esima edizione, in programma a Torino dal 24 novembre al 2 dicembre, è uno dei sei titoli proposti nella sezione dedicata ai gatti, con la quale il festival si salda con la mostra “Bestiale! Animal Film Stars”, allestita al Museo Nazionale del Cinema fino all’8 gennaio. Ne abbiamo scritto qui e qui su 24zampe. Le altre cinque pellicole in programma sotto la Mole sono “Il gatto milionario” del 1951, commedia demenziale diretta da Arthur Lubin dove il gatto Orangey (già protagonista in “Colazione da Tiffany” e vincitore di due Patsy Awards) eredita dall’affezionato padrone una fortuna e una squadra di baseball. “Alice nel Paese delle meraviglie” è dello stesso anno: considerato uno dei più bei classici di Walt Disney, il cartone animato vede la presenta di Stregatto, un gatto eccentrico e dispettoso a strisce rosa e fucsia. “L’ombra del gatto” è del 1961. Il film diretto dal maestro dell’horror britannico, John Gilling, vede protagonista una tranquilla soriana che si trasforma in una spietata vendicatrice dopo aver assistito all’assassinio della sua padrona. “Black Cat” (1981) è un horror di ambientazione britannica nel quale Lucio Fulci prende spunto dall’immortale racconto di Poe e dal suo felino minaccioso per costruire un thriller a sfondo parapsicologico. Infine “Chat écoutant la musique” del 1990, dove Chris Marker riprende Guillaume-en-Égypte, uno dei suoi amatissimi gatti, mentre ascolta assorto Pajaro triste di Federico Mompou. (sotto, la locandina completa della mostra, sopra un dettaglio)
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