AGGIORNAMENTO DEL 14 AGOSTO ORE 10.10 – PARLA LA VITTIMA METLICOVEZ: “NON DOVEVANO UCCIDERLA”
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Questa uccisione non era necessaria, l’orsa è stata se stessa: quasi all’unisono le voci di commento dopo l’abbattimento dell’orsa Ki2 sul Monte Bondone eseguito dagli agenti del corpo forestale della provincia autonoma di Trento. Furibondi gli ambientalisti, gli animalisti, i tecnici ma anche i politici, Verdi e non solo, che vogliono denunciare il presidente trentino Ugo Rossi (del Partito Autonomista Trentino Tirolese, eletto col centrosinistra nel 2013) per aver scelto l’uccisione del plantigrado. Rossi si difende: “In tutto il mondo si fa così, quando un orso diventa pericoloso lo si abbatte” ma, come ricorda invece l’etologo Enrico Alleva, membro dell’Accademia dei Lincei e presidente della Federazione Italiana di Scienze della Natura e dell’Ambiente, “l’uccisione di un esemplare è l’extrema ratio, l’ultima possibile linea d’azione per un esemplare già catturato che può essere perciò narcotizzato e portato in aree e situazioni di sicurezza per l’uomo”. Non manca chi propone un boicottaggio di prodotti tipici trentini e del turismo, come del resto hanno proposto molti dei lettori di 24zampe, persone comuni, che ieri hanno commentato la notizia dell’abbattimento di Kj2, qui.
“NON E’ BASTATA LA LEZIONE DI DANIZA”
“Invocheremo chiarezza in tutte le sedi, politiche e giudiziarie, e non cesseremo di farlo finché non sapremo tutto quello che c’è da sapere”, commenta Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista. “Non è bastato, nel 2014, il caso dell’orsa Daniza, uccisa dall’anestesia mentre tentavano di catturarla. Nonostante gli appelli, gli avvertimenti, i ricorsi, l’amministrazione provinciale di Trento ancora una volta ha dato prova di prepotenza e crudeltà , prosegue Brambilla. E di scaltrezza nella scelta del momento giusto, aggiunge su twitter Ermanno Giudici, presidente di Enpa Milano: “Uccisa orsa Kj2 da forestale del Trentino. Una scelta assurda fatta a Ferragosto perché si scordi in fretta”. E’ dura anche la reazione del Wwf: “Se le autorità competenti non lavorano per eliminare le cause che portano ad episodi spiacevoli, a farne le spese saranno sempre gli orsi, e questo non è accettabile. Valuteremo come procedere sul piano legale”.
“DENUNCEREMO IL PRESIDENTE ROSSI”
Luana Zanella, esponente Verde, valuta una denuncia del presidente Rossi, “visto che si è constatato che l’animale era ricercato solo per aver risposto all’aggressione di un uomo con il suo cane”, oltre al presidente del Noita (Nucleo operativo italiano tutela animali) Enrico Rizzi che afferma: “Denuncerò alla Procura di Trento il presidente per il reato di uccisione di animali senza necessità , punito dall’art. 544-bis del codice penale”. E l’Oipa ha fatto sapere che presenterà nelle prossime ore un’istanza di accesso agli atti per conoscere le motivazioni che hanno portato all’abbattimento senza passare per la cattura dell’orsa, oltre che una denuncia per uccisione di animale. “Kj2 è il quarto orso abbattuto”, afferma l’Oipa. Paolo Bernini del M5S annuncia retoricamente “un esposto alla Corte dei conti dell’Ue, per sapere se uccidere le orse riproduttive sia uno degli obiettivi del progetto finanziato per oltre 8 milioni di euro”. Sconvolta si presenta la Lav Trentino che parla di “sentenza senza processo”. ”Da oggi il nostro paese è più povero, – lamenta Stefano Ciafani, direttore nazionale Legambiente – non solo perché è stato abbattuto un esemplare di orso bruno alpino, ma perché in Trentino non siamo stati capaci di mettere in atto una strategia per la coesistenza con gli animali selvatici nonostante le nostre esperienze di conservazione della natura siano tra le più importanti in ambito europeo”.
“BOICOTTARE IL TRENTINO INTOLLERANTE”
“Non abbiamo dimenticato Daniza e noi non dimenticheremo l’ultima vostra ennesima vittima”, sottolinea il movimento Centopercentoanimalisti. Di un “delitto” e “crimine contro gli animali” e di una “terra intollerante” parla l’Enpa che si augura che “i cittadini decidano di non recarsi più in Trentino né di acquistare alcun prodotto di quella terra, avvelenata dall’intolleranza verso gli animali”. Anche la politica si schiera compatta contro Ugo Rossi, a partire da Patrizia Prestipino, neo-responsabile diritti animali del Pd, al governo in Trentino: “Siamo proprio sicuri che non potesse essere adottata alcuna soluzione alternativa, se non quella della sopraffazione da far west? Lo spostamento dell’animale, un monitoraggio più stringente? E, soprattutto, perché spendiamo risorse per tutelare gli animali, se poi li abbattiamo quando sono nelle loro aree?”, si domanda su fb. Un gesto che “non ha ragionevolezza alcuna e dipinge una provincia in preda alla confusione sotto il profilo faunistico”, afferma in una nota la senatrice veneta del Pd Laura Puppato, componente della commissione ambiente senato e capogruppo in commissione d’inchiesta sulle ecomafie. Chiede le dimissioni di Rossi Roberto Calderoli, senatore della Lega Nord mentre Micaela Biancofiore di Forza Italia giudica “aberrante che la provincia autonoma di Trento abbia dato ordine di sopprimere un’orsa che non aveva certo chiesto di essere introdotta nel territorio trentino”.