Chi ha paura dello squalo? Un test dell’Università di Padova aiuta a salvare la biodiversità

Dallo “Squalo” di Steven Spielberg in avanti, la “selacofobia”, la paura degli squali, accomuna tutti. Un progetto europeo, “Ocean Past Platform”, tenta di sfatare questo mito e sviluppare campagne di sensibilizzazione per la conservazione dell’ambiente marino e dei suoi predatori. In realtà, infatti, dovrebbero essere più gli squali ad aver paura di noi che viceversa. Per scoprire quale sia la percezione umana verso gli squali, Ocean Past Platform ha realizzato un questionario online rivolto alle persone dai dieci anni in su e tradotto in 16 lingue. Il test, che si può compilare in assoluto anonimato sul sito www.tshark.org/questionnaire, è stato sviluppato da un team internazionale composto dal Dipartimento di biologia dell’Università di Padova, che guida il progetto, dall’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste, dalle organizzazioni non governative iSea (Grecia) e Planeta océano (Perù), dal Centro portoghese di storia globale Fcsh/Nova Università (Portogallo), dall’Istituto di scienze del mare (Spagna) e dall’Istituto Niwa (Nuova Zelanda). Il questionario è in grado di rivelare in quali aree geografiche, per quali culture o nei confronti di quali fasce di età sia necessario sviluppare progetti di educazione ambientale per supportare lo sviluppo di strategie gestionali efficaci. Occorre ripristinare l’integrità degli ecosistemi marini perchè “oggi come oggi – spiegano i ricercatori – sono gli squali a essere minacciati e l’uomo a costituire il maggior pericolo per queste specie”. Sono già stati raccolti oltre 6mila questionari da 98 diverse nazioni: “L’ampia copertura geografica – spiega Carlotta Mazzoldi, biologa dell’Università di Padova – permetterà di confrontare aree e culture diverse, l’ampia accessibilità fasce di età e formazioni diverse. I risultati saranno oggetto di un lavoro scientifico, ma una loro sintesi sarà resa accessibile al grande pubblico anche sul sito web del questionario”. In Italia sono attivi nella diffusione del test Legambiente, la Società italiana di biologia marina, l’Istituto di ricerca Tethys, l’organizzazione Reef check Italia, il Centro studi squali dell’Acquario mondo marino, Picaia-il portale dell’evoluzione, aree marine protette, il gruppo Costa endutainment che gestisce diversi acquari in Italia, tra i quali l’Acquario di Genova. Tra le organizzazioni internazionali la Fao e diversi enti per la protezione dell’ambiente, dall’Europa alle Filippine, a Sud Africa, Nuova Zelanda, Cina.