Solo cento esemplari in Asia e 10mila in Africa: il declino del ghepardo progredisce senza sosta dai primi anni del secolo scorso, con un tasso di estinzione del 90%, che ha già cancellato le popolazioni selvatiche di venti nazioni del Mondo. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul reale rischio di estinzione, domenica prossima 4 dicembre si celebra la Giornata internazionale del ghepardo. Indetta dal Cheetah Conservation Fund, in Italia l’evento ha come testimonial Teo, Duma e Mookane, i tre giovani maschi ghepardi che vivono al Parco Natura Viva di Bussolengo e che sono stati inseriti nel programma di conservazione europeo European Endangered Species Programme. “Gli esemplari che ospitiamo – spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo – sono solo 3 dei 457 ghepardi che in questo momento vivono in 105 parchi zoologici europei”. Per cercare di salvare il mammifero più veloce della Terra, infatti, si stanno allevando alcuni ghepardi lontano dall’habitat naturale in modo da conservare la più alta variabilità genetica possibile e poterli poi reintrodurre in natura. “La riduzione delle popolazioni selvatiche – sottolinea Avesani Zaborra – ha prodotto il fenomeno dell’incrocio tra individui strettamente imparentati, ponendo purtroppo questa specie di fronte all”anticamera dell’estinzione'”. Non solo: negli ultimi due mesi, il centro di recupero del Cheetah Conservation Fund ha accolto 8 cuccioli di ghepardo, rimasti orfani della madre uccise a fucilate dagli allevatori della Namibia. Un indice di quanto sia aspro il conflitto tra l’uomo e i predatori, stretti nella morsa della perdita di habitat a causa dell’espansione antropica e del traffico illegale degli animali domestici. (Ansa)
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