Un “invito” del tribunale di Udine chiede alle famiglie affidatarie di una ventina di cuccioli sequestrati nel 2011 di restituirli al trasportatore ormai assolto dall’accusa di maltrattamento di animali. Una vicenda dal sapore kafkiano, che tocca le venti persone affidatarie nell’affetto e probabilmente ne mette alla prova la totale fiducia nella giustizia ma che è senz’altro incomprensibile per gli animali oggetto del provvedimento, che per loro natura si legano agli umani in modo indissolubile. I fatti sono raccontati dal Messaggero Veneto di ieri: un carabiniere milanese 47enne cinque anni fa viene fermato dalla Polizia stradale di Udine mentre trasporta, con due colleghi, 71 cani dalla Slovacchia all’Italia. Molti dei cuccioli muoiono a causa delle condizioni in cui sono trasportati, detenuti in gabbiette, mentre una ventina di quelli requisiti – dopo l’accusa di maltrattamento al carabiniere – vengono affidati a famiglie friulane che si rendono disponibili, come spesso accade dopo i sequestri. Trascorrono cinque anni, la giustizia fa il suo corso e il trasportatore viene assolto dalle accuse. A questo punto, il tribunale della cittadina friulana scrive alle famiglie che ospitano gli animali, invitandole a presentarsi il 27 ottobre per la restituzione del cane avuto in affido nel 2011, gettandole nel panico. Grazie all’interessamento di Simona Ganzitti, una delle interessate dal provvedimento, inizia un tam tam di telefonate e ricerche su internet per ritrovarsi e organizzare una difesa. “L’intenzione è quella di opporci con tutte le nostre forze a una decisione che non possiamo accettare”, spiega al quotidiano. Un’associazione animalista ha offerto la necessaria assistenza legale. La speranza è riposta nel lieto fine di un precedente simile accaduto a Pinerolo, vicino a Torino: dopo le proteste davanti al tribunale, il giudice ha disposto che i cani fossero assegnati definitivamente agli affidatari, trasformandoli in proprietari. (nella foto sopra, un “carico” di cuccioli sequestrati e sotto la prima pagina del Messaggero Veneto di ieri, che riporta la notizia in basso)
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