Sarà sottoposta a un trattamento rieducativo al canile di Rovereto, gestito da Arcadia Onlus, Cloe, la femmina di pastore tedesco che nel maggio del 2015 azzanna e uccide Astrid, una bimba di 3 anni, a San Martino al Tagliamento, vicino a Pordenone. Per ordine della Procura il cane viene poi messo in isolamento in quanto non adottabile da privati cittadini: solo una struttura specializzata avrebbe potuto procedere con la rieducazione. Martedì scorso Cloe è stata trasferita a Rovereto, sotto la custodia di Pierluigi Raffo, dirigente di Arcadia, che l’ha adottata e che sostiene le spese relative al suo trattamento. Un pool di esperti, tra cui un veterinario comportamentalista venuto appositamente da Sassari, Gabriele Tosciri, la rieducheranno (nelle foto, Cloe in questi giorni di lavoro). “Un approccio etico – spiega Raffo – ci spinge a tentare il recupero della cagna dal punto di vista comportamentale, a darle una seconda possibilità, pur nel completo rispetto della famiglia della bimba che ne è rimasta vittima. Al momento l’animale è stressato, confuso, ansioso: ha bisogno di essere capito e reinserito in un contesto”. Il cane, nel periodo trascorso in isolamento in un canile di Pordenone, non ha mai dato segni di comportamenti pericolosi ma non ha nemmeno trascorso una vacanza: “Cloe si è mangiata la coda per lo stress, durante quei mesi da sola” dice il suo nuovo proprietario. “Ora va tentato un percorso di consapevolezza di sè, anche con l’aiuto di altri cani-modello”, ci informa Raffo, che è ottimista: “E’ un cane normale, ansioso ma non aggressivo, di fronte alle persone si dimostra in allerta ma con atteggiamento non predatorio”. Proprio quell’atteggiamento che ha probabilmente causato la tragedia di un anno fa: la cagna, che non aveva mai dimostrato aggressività, con un unico morso alla giugulare uccide nel giardino della zia la piccola Astrid. Inutili i tentativi di soccorso degli infermieri del 118 e del personale medico dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone: le ferite erano troppo gravi e la bambina non ce l’ha fatta.