San Valentino da incubo per gli “animali alieni”: arriva una norma contro le specie invasive

Sarà un San Valentino da dimenticare quello di quest’anno per le 49 specie invasive più pericolose d’Europa, 33 delle quali si trovano anche in Italia. Entrerà in vigore mercoledì 14 febbraio, infatti, il decreto legislativo 230/2017 che recepisce un Regolamento europeo del 2014 per prevenire e gestire l’introduzione delle specie esotiche considerate particolarmente invasive dall’Unione Europea. Un forte giro di vite attende chi possiede in casa o in giardino una tartaruga palustre americana o qualche esemplare di scoiattolo del tipo grigio nord americano, volpe, tamia siberiano o di Pallas per i quali sta anche per scattare il divieto di importazione e commercio. Ma divieti e controlli stringenti riguarderanno più in generale chi introduce, detiene, alleva, coltiva e rilascia nell’ambiente altri animali o piante esotiche particolarmente invasive. Perchè, ci si chiederà? La piccola tartaruga dalle guance rosse, ad esempio, è un animale da compagnia, spesso donata ai bambini ed amata fino a quando non cresce: quando diventa nera e grande 30 centimetri, carnivora e vorace, non piace più e molti se ne disfano. Senza sapere, forse, spiega il coordinatore del progetto Life Asap Piero Genovesi, che “sbarazzandosene nel laghetto o nel fiume sotto casa finisce per estinguere la tartaruga nostrana” che è erbivora, danneggiando così la biodiversità.

IL POSSESSO VA COMUNICATO ENTRO 180 GIORNI

Il decreto prevede anche il divieto di commercio di queste specie, ispezioni doganali e piani di controllo da parte di Regioni e Parchi nazionali. La norma, spiega Genovesi, “prevede che tutti i proprietari di animali d’affezione inseriti nella lista potranno mantenerli fino al termine della loro vita naturale, ma entro 180 giorni dovranno comunicarne il possesso al Ministero dell’Ambiente, fornendo indicazioni sull’esemplare (specie, sesso ed età) e le modalità per impedirne assolutamente la riproduzione e la diffusione”. Solo in Lombardia, aggiunge l’esperto, ci sono circa 70mila tartarughe dalle guance rosse e il decreto stabilisce che venga istituito un registro per le specie aliene inserite nella lista europea. Zoo e giardini botanici, centri di ricerca, importatori e rivenditori, dovranno richiedere apposite autorizzazioni al ministero dell’Ambiente che si occupa dei controlli assieme a Ispra, Regioni e Province autonome. Chi non rispetta gli obblighi incorre in sanzioni penali, amministrative e nella confisca degli esemplari. Il Ministero dell’Ambiente sta predisponendo tre decreti attuativi e con quello dell’Economia sta decidendo sulla quantificazione delle contravvenzioni.

OBBLIGHI ANCHE PER ENTI LOCALI E PARCHI

Le Regioni e le Province Autonome e i Parchi Nazionali hanno l’obbligo di monitorare, eradicare e gestire le specie invasive e ripristinare gli ecosistemi danneggiati e i sindaci devono  garantire agli operatori degli interventi l’accesso ai terreni privati, quando è necessario. Ispezioni vengono disposte alle dogane e nei punti di frontiera. Dalle nutrie ai gamberi della Louisiana, al calabrone asiatico, al giacinto d’acqua, si stimano 12mila specie introdotte in Europa, dove il danno economico è calcolato in 12 miliardi all’anno per distruzione di paesaggi,  interventi di recupero dell’habitat, danni all’agricoltura. A cui si aggiungono costi sanitari: la zanzara tigre, ad esempio, è possibile portatrice di malattie come Dengue e Zika.

  • maurizio |

    era ora… meglio tardi che mai

  • maurizio |

    era ora… meglio tardi che mai

  • Joe |

    Certo chiudiamo i confini alle nuove razze, salvaguardiamo la razza italiana:-)

  • Joe |

    Certo chiudiamo i confini alle nuove razze, salvaguardiamo la razza italiana:-)

  • Francesca |

    Io sto con gli animali. Se sussistono dei problemi chi di dovere…è pagato per spremere le meningi e trovare metodi non cruenti e civili per risolverli. Anche in considerazione del fatto che all’origene dei problemi c’è sempre la specie umana, che con ignoranza e a scopo di lucro ha introdotto quelli che oggi definisce animali “invasivi”.

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