“Combattere il traffico illegale di specie animali e vegetali protette o in via di estinzione, per un giro di affari mondiale di circa 20 miliardi di dollari all’anno (e fino a 200 miliardi, con legname e pesca), significa contrastare il terrorismo internazionale che sulla pelle della natura finanzia le sue attività”. In Italia i controlli nel 2015 sono stati 65.779, di cui 64.129 in ambito doganale e 1650 sul territorio nazionale. Circa un milione di euro il valore della merce sequestrata. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro “Traffico di specie protette e terrorismo”, dove sono stati presentati i dati sulle attività di controllo del servizio Cites (Convenzione sul Commercio Internazionale specie vegetali e animali in via d’estinzione) del Corpo Forestale dello Stato nel 2015. Secondo un recente studio dell’Interpol e del Cites Corpo Forestale dello Stato, infatti, “le violenze sulla natura, oltre a creare un danno alla biodiversità del pianeta, sono fonte di profitto per il terrorismo”.
Soprattutto in Africa il fenomeno è ben consolidato, basti pensare che “un corno di rinoceronte può fruttare da 250mila a 400mila dollari (sino a 60mila dollari al chilo) e una zanna di avorio grezzo di 20 chili può valere ‘sul campo’ 1.300 dollari” (nella foto, un carico sequestrato). Dati in linea con il rapporto “The Environmental Crime Crisis” Unep e Interpol del 2014, per cui il traffico di avorio e’ “la prima fonte di finanziamento di gruppi armati collegati, in vario modo, con i terroristi affiliati ad Al-Qaeda e all’Isis”. “Difendiamo specie animali e vegetali in via di estinzione – spiega Raffaele Manicone, direttore Cites Nazionale Cfs – grazie ad una rete di controlli su tutto il territorio nazionale”. “Non acquistate oggetti realizzati con specie protette – chiede ai cittadini -, anche perché i proventi possono finanziare pericolosi gruppi terroristici”. Nel 2015 il Servizio Cites ha effettuato controlli su 12.574 animali vivi tra tartarughe, pappagalli, felini e primati (ad esclusione dei pesci), 6.896 piante vive (5.200 cicas) e 221.230 parti e derivati (210mila sono prodotti in pelle di rettile). (Ansa)