Il caso di peste suina africana rilevato in una carcassa di cinghiale a Ottone, nel Piacentino, è il primo caso confermato in Emilia-Romagna, dopo quelli registrati nei mesi scorsi in diverse regioni limitrofe ed in altre parti del Paese. Tuttavia, in alcuni territori della regione, tra cui lo stesso comune di Ottone e i comuni limitrofi, erano già in vigore misure straordinarie di sorveglianza, prevenzione e controllo della malattia con restrizioni sull’attività venatoria, regolamentazione delle attività all’aperto e restrizioni delle movimentazioni dei suini allevati, anche in funzione del livello di biosicurezza degli allevamenti.
LUNEDI’ 13 NOVEMBRE SARANNO DECISE ULTERIORI MISURE CONTRO LA MALATTIA
Misure stabilite, ricorda la Regione, con una ordinanza del presidente Bonaccini (la numero 142/2023), a seguito di casi che erano stati confermati in cinghiali trovati morti vicino ai confini regionali, in particolare in Piemonte e Liguria (nella foto in alto cinghiali nel torrente Bisagno, a Genova), dove la malattia si è ampiamente diffusa a partire dal gennaio 2022. Per lunedì 13 novembre, intanto, è prevista una riunione dell’unità di crisi regionale e del Gruppo operativo territoriale (Got) per decidere se sono necessarie ulteriori misure per fermare la diffusione della malattia. Inoltre, prosegue la Regione, non è ancora noto se a seguito del caso di Ottone la Commissione Europea riterrà necessario aggiornare l’elenco dei Comuni che devono essere compresi nelle zone soggette a restrizione riportato nel Regolamento di esecuzione (Ue) 2023/2421 della Commissione. (Ansa)
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