Legno e corteccia divorati dal ‘castor fiber’, il roditore più grande d’Europa, che sembra aver riconquistato alcuni ambienti fluviali italiani ed essersi ormai insediato, nella provincia aretina lungo il fiume Tevere, in Valtiberina, in Toscana. A darne notizia è l’Anbi, associazione nazionale dei consorzi di bonifica, spiegando che “a distanza di un anno dal primo avvistamento nell’area di Sansepolcro, arriva ora l’ulteriore conferma della stabilizzazione di nuclei dell’animale, intercettati con le fototrappole dopo avvistamenti negli anni scorsi in Friuli ed Alto Adige. Ad individuarli sono stati i tecnici del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, impegnati nell’attività di monitoraggio dei corsi d’acqua per la prevenzione del rischio idraulico”. Il castoro europeo, si afferma in una nota di Anbi, “è quasi scomparso in Europa a causa di una caccia indiscriminata specie per le pellicce ed è inserito tra le specie protette indicate dalla Direttiva comunitaria Habitat”. “Questo animale viene considerato dagli esperti un ‘ingegnere ecosistemico’, perché può modificare sensibilmente l’ambiente, in cui vive” aggiunge Massimo Gargano, direttore generale dell’Anbi. E ora in Valtiberina si è “alla ricerca di una pacifica convivenza” con i nuovi ospiti.
IL CONSORZIO DI BONIFICA: UNA PRESENZA CHE VA GESTITA
La presenza di animali come i castori “può essere gestita solo attenzionando in modo scrupoloso il territorio – afferma Serena Stefani, presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno -. Per questo, attraverso sopralluoghi mirati, stiamo tenendo sotto controllo le eventuali criticità idrauliche, che possono essere amplificate dalle abitudini di vita del vorace roditore”. Così vengono “individuate le piante più pesantemente danneggiate”, da rimuovere “per evitare eventuali conseguenze sia per il regolare scorrimento delle acque, sia per l’integrità delle opere” aggiunge Enrico Righeschi, referente della Unità idrografica omogenea Valtiberina. “E’ una scommessa, che giochiamo tutti i giorni – commenta il presidente di Anbi Francesco Vincenzi -: riuscire a coniugare le esigenze della sicurezza idrogeologica con la salvaguardia dell’habitat ad iniziare dal rispetto dei periodi riproduttivi per la fauna locale. Altrettanto determinato è, però, il nostro impegno nel contrastare le specie invasive, che proprio in Toscana stanno registrando una preoccupante propagazione”. (Ansa)
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