È stato raggiunto un accordo tra la Provincia autonoma di Trento e Angelo Metlicovec, il pensionato aggredito dall’orsa Kj2 il 22 luglio 2017. La Provincia risarcirà l’uomo, che nell’aggressione aveva riportato numerose ferite e un’invalidità del 15% al braccio. L’aggressione era avvenuta lungo il sentiero 627 in località Predera, vicino alla zona dei laghi di Terlago, dove Metlicovec, all’epoca 69 anni, stava facendo una passeggiata con il cane. Dopo essere stato aggredito l’uomo era scappato gettandosi in un canalone per sfuggire all’orso. Una volta che l’animale si era allontanato il pensionato aveva allertato i soccorsi con il suo telefono. Sul posto ci fu un sopralluogo dei forestali della Provincia di Trento che raccolsero campioni utili a identificare l’animale responsabile dell’attacco. I sospetti caddero subito su Kj2, un’orsa di 15 anni, figlia di Kirza e Jose, plantigradi importati vent’anni prima dalla Slovenia nell’ambito del progetto Life Ursus. Due anni prima l’orsa Kj2 si era resa responsabile di un altro attacco, nei confronti Wladimir Molinari, avvenuto nel giugno del 2015 nella stessa zona mentre l’uomo faceva jogging. Metlicovec si è rivolto al Tribunale di Trento chiedendo un risarcimento di 68.000 euro.
L’ORSA RESPONSABILE DELL’AGGRESSIONE VENNE UCCISA VENTI GIORNI DOPO
Il giudice di primo grado ha però rigettato la richiesta, ritenendo l’aggressione un “caso fortuito”, in quanto la Provincia – si legge nella sentenza – “aveva adottato tutti i provvedimenti idonei, se non a impedire, almeno a evitare la possibilità di aggressione da parte dell’orso”. L’uomo ha quindi presentato ricorso in appello ma nel corso delle udienze è stato raggiunto un accordo economico. L’orsa Kj2, invece, venne catturata e dotata di radiocollare nell’ottobre 2015, dopo l’attacco a Molinari, ma venne subito rilasciata in attesa del test del Dna su alcuni campioni di pelo per avere la prova che fosse proprio lei la responsabile. Nella primavera del 2016 l’orsa perse il dispositivo di tracciamento e scomparve dal sistema di monitoraggio. L’allora presidente della Provincia, Ugo Rossi, firmò un’ordinanza di abbattimento dell’animale, che venne ucciso dai forestali il 12 agosto 2017, provocando polemiche e campagne di boicottaggio del Trentino da parte del mondo animalista. Per quell’ordinanza, dopo due richieste di archiviazione da parte della Procura, il Gip chiese l’imputazione coatta di Rossi e del dirigente del Servizio foreste e fauna Maurizio Zanin, perché – secondo il giudice – avrebbero dovuto valutare un’altra strada, diversa dall’abbattimento. Entrambi sono stati poi assolti a maggio di quest’anno perché è stata riconosciuta la “necessità dell’uccisione”, data la pericolosità dell’orsa. (Ansa)
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