Insieme al disastro economico nel Canale di Suez si sta consumando anche l’odissea degli animali trasportati a bordo di alcune delle navi bloccate. I dati sono incerti ma secondo quanto risulta a Bloomberg sarebbero 14 le navi bloccate dentro e intorno al Canale che potrebbero trasportare migliaia di capi di bestiame. Anche la Ever Given, la nave incagliata, avrebbe a bordo animali vivi. Le rotte tra Europa e Medio Oriente – il canale artificiale scavato in Egitto unisce il Mar Mediterraneo al Mar Rosso – sono molto frequentate da chi vende animali vivi ed è molto probabile che si tratti soprattutto di pecore. In Giordania, ad esempio, sarebbero 92mila i capi di bestiame bloccati a bordo, ha detto un funzionario. Sarebbero in viaggio dalla Romania per l’Arabia Saudita, che li acquista vivi per poterli macellare secondo le preferenze religiose.
GLI ANIMALI VIVI NON SONO MERCI COMUNI
Ma se le merci possono rimanere giorni e giorni ferme all’ancora senza perdere altro che valore, per il bestiame le cose sono più complesse. Spesso le navi da trasporto di animali vivi non sono state pensate per questo scopo ma solo riattate all’uopo e quindi trascorrervi un lungo periodo risulterà molto faticoso per bovini e ovini. Inoltre, in questa situazione di stallo prolungato, gli animali avranno bisogno di cibo e acqua in quantità molto maggiori rispetto a quanto è stato imbarcato alla partenza. Le scorte a bordo prevedono di solito solo due o tre giorni di fieno o mangime extra e un rifornimento durante il viaggio potrebbere essere complicato e costoso. (nella foto in alto di Mahmoud Khaled / Afp le navi in coda attendono la riapertura del Canale di Suez. Foto sopra di Mohamed Abd El Ghany / Reuters)
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AGGIORNAMENTO DELLE 22.30 – VETERINARI STATALI SUI CARGO
Oggetto di preoccupazione da parte degli animalisti, ma anche di un intervento delle autorità egiziane, fra le navi bloccate al Canale di Suez in attesa che venga spostato il portacontainer Ever Given, ci sono almeno anche dieci cargo per il trasporto di bestiame. La cifra si desume da un grafico pubblicato su Twitter da una società di fornitura di servizi per il Canale, la Leth Agencies, ma probabilmente è inferiore alla realtà, in quanto basata su un totale di 327 navi in sosta mentre l’ultimo bilancio fornito dall’Authority di Suez è di 369. Secondo una stima degli animalisti di Animals International, citato da Bloomberg, sarebbero circa 200mila gli animali sulle navi ferme nel canale. Il gruppo ha contato 18 navi che hanno lasciato la Romania, la Spagna e il Sud America e sono attualmente bloccate in coda. Dell’allarme degli animalisti si è fatta portavoce Amina Abaza, fondatrice e leader di ‘Spare’ (la Società per la protezione dei diritti degli animali in Egitto, attiva dal 2001) la prima ong per la tutela dei diritti degli animali completamente egiziana. “Non è la prima volta che abbiamo questo tipo di problemi – ha detto all’Ansa -. Molti animali muoiono continuamente durante i lunghi trasporti” – ha osservato – e ” stavolta siamo anche di fronte a questa lunga attesa”. “I lunghi trasporti sono troppo crudeli”, ha aggiunto Abaza, esponente fra l’altro di una famiglia egiziana di origine circassa molto influente nel Paese. “Vogliamo fermare la morte lenta di questi animali che viaggiano dall’Australia e dall’Asia fino all’Egitto e oltre”. Per gli animali a bordo dei cargo in attesa si è mosso anche il ministero dell’Agricoltura, che ha inviato dei veterinari a bordo di navi che trasportano – ha precisato sulla sua pagina Facebook con tanto di foto – “bestiame proveniente dall’Europa e diretto in Giordania e Arabia Saudita”, soprattutto pecore. “Tre squadre mediche veterinarie sono state inviate dall’Autorità per i servizi veterinari del Cairo, di Ismailia e Port Said” – si legge nel post -; “hanno visitato il bestiame e fornito foraggio sul ponte delle navi bloccate”, in “coordinamento e cooperazione con l’Autorità del Canale, il tutto gratuitamente”.
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