Sono sopravvissute circa un terzo delle tartarughe marine stordite dal gelo che ha colpito il Texas il mese scorso. Con un massiccio sforzo di salvataggio da parte di esperti e volontari erano state soccorse in totale 13mila tartarughe marine nelle acque del Golfo del Messico. Ora circa 4.300 sono state riabilitate e rilasciate e solo pochissime sono ancora ricoverate. Numeri comunicati dalla Sea Turtle Stranding and Salvage Network, una cooperativa di partner federali, statali e privati coordinata dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, che in questa emergenza ha affrontato l’impegno più grande dalla sua fondazione nel 1980.
ACQUE TROPPO FREDDE: SENZA AIUTO LE TARTARUGHE NON CE L’AVREBBERO FATTA
Molti animali erano già morti quando sono stati trovati durante la tempesta di febbraio in Texas ma – ha spiegato Barbara Schroeder, coordinatrice nazionale delle tartarughe marine del Noaa, alla Ap – quelle che sono sopravvissute non ce l’avrebbero fatta se non fosse stato per i soccorritori: “Le temperature dell’acqua e dell’aria erano troppo fredde e troppo a lungo perché potessero riprendersi da sole”. L’operazione, compiuta in una fase di estrema emergenza, senza acqua corrente nè energia elettrica o carburante a causa del maltempo, è arrivata a coinvolgere migliaia di volontari e scienziati. Ed Caum, direttore esecutivo del South Padre Island Convention and Visitors Bureau, dove ha sede Sea Turtle, ha detto che per alcuni giorni durante quella settimana arrivavano “ogni 15 minuti o anche meno” delle auto che si fermavano e lasciavano tartarughe.