Si chiama “natura connection” il traffico illegale di specie che attraversa tutti i continenti, genera entrate per 280 miliardi di dollari l’anno e costituisce un settore della criminalità in crescita (dati Interpol). Nel report “Tiger Traffic Europe” di Wwf e Traffic (rete di monitoraggio del commercio della fauna e della flora selvatiche) sono evidenziate “rotte illegali con falle nei controlli e tracciamenti in Europa, Italia compresa”. Pelli, ossa, denti e non solo per un traffico illecito fiorente che coinvolge tutta l’Ue e che prende di mira animali a rischio estinzione come la tigre, di cui restano appena 4mila esemplari in natura e si stimano almeno 8mila in cattività in tutto il mondo.
IN 19 ANNI SEQUESTRATO L’EQUIVALENTE DI 2.359 ANIMALI
Secondo il report, recenti analisi mostrano che a livello globale, su un periodo di 19 anni (tra il 2000 e il 2018), sono stati sequestrati prodotti e derivati a base di tigre corrispondenti ad un totale di 2.359 felini (1.142 sequestri) in 32 paesi diversi (Wong e Krishnasamy, 2019). Una media di 60 sequestri l’anno, per un totale di 124 tigri l’anno. Secondo il Wwf, “i trafficanti illegali di natura approfittano spesso del trasporto di animali tra i vari paesi per rifornire zoo e circhi, con metodi poco trasparenti in cui è difficile tracciare dati, certificazioni, permessi, così che le parti e i prodotti di tigre si confondono in questo intreccio tra popolazione in natura e in cattività”.
UNA SPECIE SU CINQUE E’ INTERESSATA DAI TRAFFICI
Non solo felini. Una specie su cinque è interessata da qualche tipo di commercio e “la sorpresa – specifica Wwf – è che si tratta di circa il 50% in più rispetto alle stime precedenti”. I numeri dei crimini contro la natura – si legge nel rapporto – evidenziano un business illegale che è il più grande a livello mondiale dopo il traffico di droga, contraffazione e contrabbando di armi e di esseri umani, permeato anche nei confini dell’Europa. Nella mappa stilata da Wwf, oltre alle tigri ci sono rinoceronti per il corno, elefanti per l’avorio, pangolini per carne e scaglie, tartarughe marine per gioielli, e ancora squali per pinne e carne, tonni e balene per la carne o delfini per acquari. (nelle foto di Traffic parti di animali selvatici sequestrati)