La Danimarca pronta ad abbattere circa 1 milione di visoni da pelliccia dopo aver scoperto nuove infezioni da coronavirus tra gli animali negli allevamenti. Il paese nordico è forse il più grande allevatore mondiale di questi piccoli mammiferi, la cui pelle è usata per realizzare cappotti e sciarpe. Casi sono stati registrati in 41 allevamenti e si ritiene che altri 20 siano stati colpiti, per un totale di un milione di visoni, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Mogens Jensen in conferenza stampa. Jensen ha detto di voler evitare che gli allevamenti “diventino un rischio di infezione per le persone”. Secondo Reuters, a scopo precauzionale l’abbattimento includerà allevamenti situati entro 8 km (5 miglia) da un impianto con animali infetti. A maggio, la Spagna ha ordinato la soppressione di tutti i 93mila visoni di un allevamento per prevenire il contagio umano dopo aver scoperto che la maggior parte dei visoni erano infetti e anche nei Paesi Bassi ci sono stati focolai e abbattimenti. Alcuni casi occasionali di animali da zoo e domestici colpiti dal coronavirus anche durante la pandemia globale, con i loro proprietari la probabile causa dell’infezione.
E IN ITALIA? PER LAV GLI ALLEVAMENTI SONO “UNA BOMBA A OROLOGERIA”
Da una recente verifica presso tutte le Regioni italiane, la Lav ha rilevato che “oggi in Italia ci sono oltre 60mila visoni stabulati in 8 allevamenti intensivi in Lombardia (3 tra le province di Cremona e Brescia), Veneto (2 nelle province di Padova e Venezia), Emilia Romagna (2 nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna) e Abruzzo (L’Aquila)”. Gli allevamenti di visone “sono potenziali bombe a orologeria”, scrive la Lega Antivivisezione (Lav). Gli animalisti si appellano “al ministro Roberto Speranza per introdurre anche in Italia il divieto all’allevamento di visoni e altri animali per la produzione di pellicce”. “Ogni allevamento di visoni costituisce un possibile serbatoio del virus Sars-CoV-2 con conseguente rischio di trasmissione secondaria nell’uomo”, dichiara Simone Pavesi, responsabile Lav, Area Moda Animal Free. “Un virus – spiega – potenzialmente più pericoloso, dato che, come dimostrato da recenti studi scientifici condotti in allevamenti olandesi con visoni infetti, le condizioni di allevamento intensivo (con migliaia di animali ammassati in piccoli spazi) favoriscono una riproduzione più rapida ed efficiente del virus, con mutazioni ogni due settimane”. (foto Fabian Bimmer/Reuters)
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