“Spiace dover prendere atto che, come reso noto da fonti di stampa, proprio nel momento in cui molte strutture stanno aprendo le porte ai cani e agli animali d’affezione, la Procura di Milano decida di andare controcorrente vietando l’ingresso dei quattro zampe nel Palazzo di Giustizia”, dichiara la presidente nazionale di Enpa, che prosegue: “Case di riposo, supermercati, uffici privati, perfino le strutture ospedaliere che un tempo rappresentavano per i pet un vero tabù, hanno finalmente compreso l’importanza e il valore non solo terapeutico della relazione uomo-animale. Purtroppo non altrettanto può dirsi per la Procura generale di Milano. Auspico pertanto che sul punto vi possa essere un ripensamento, tanto più che esso sarebbe privo di controindicazioni e apprezzato da tutti i cittadini italiani”.
La Procura generale di Milano, con delibera formale, ha deciso di vietare l’ingresso di qualsiasi tipo di animale al Palazzo di Giustizia e per segnalare il divieto sono stati anche collocati degli appositi cartelli negli accessi del Tribunale. Delusione dell’Enpa, l’Ente protezione animali, che si chiede il perché di un provvedimento tanto controcorrente, viste le sempre più diffuse aperture al l’accesso degli animali domestici, dalle cliniche ai supermercati.
Fino ad ora nessuna disposizione specifica era mai stata emanata riguardo all’ingresso di cani o altri animali nel Tribunale milanese, tanto che in qualche occasione anche alcuni magistrati e cancellieri si erano presentati in ufficio portando il loro animale domestico. Adesso il nuovo procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, ha deciso di vietarne espressamente l’accesso al Palazzo. Dal divieto sono ovviamente esclusi di cani di accompagnamento per ciechi.