I delfini ‘Bottlenose’ nel Canale della Manica ospitano sulla loro pelle e nel loro grasso un “cocktail tossico” di sostanze inquinanti, alcune delle quali vietate da decenni, che potrebbero danneggiare la salute e la riproduzione di questi rari mammiferi marini. A lanciare l’allarme sono i ricercatori dell’Università di Liegi in un articolo pubblicato su Scientific Reports. La Manica ospita una delle ultime grandi popolazioni europee di delfini tursiopi, dal caratteristico ‘naso a bottiglia’ (bottlenose). I ricercatori hanno prelevato campioni di tessuto da oltre 80 esemplari che vivono nelle acque al largo della costa nord-occidentale della Francia, trovando alte concentrazioni di mercurio e bifenili policlorurati (PCB) nella pelle e nel grasso degli animali, oltre a altri prodotti chimici industriali, come diossine e pesticidi.
ELEVATE CONCENTRAZIONI DI PCB POSSONO ALTERARE LA RIPRODUZIONE DEI DELFINI
I cosiddetti PCB, un tempo usati come lubrificanti e fluidi idraulici, possono disturbare i recettori ormonali e influenzare il sistema immunitario. Queste sostanze sono state vietate dagli anni ’70 e ’80, ma persistono nell’ambiente, dove passano attraverso la catena alimentare, si accumulano nei tessuti adiposi e possono trasferirsi di madre in figlio. “Elevate concentrazioni di PCB possono alterare la riproduzione dei mammiferi marini, portando a una diminuzione del numero di nuovi nati e influenzando il rinnovamento della popolazione”, ha affermato Krishna Das, professore associato presso l’Università di Liegi, in Belgio. I ricercatori chiedono maggiori sforzi per eliminare le sostanze chimiche pericolose, compreso lo smaltimento sicuro di scorte e attrezzature e la riduzione delle perdite dalle discariche. (Ansa)