Gli accumulatori seriali di animali riempiono la casa di gatti o cani fino a rendere l’appartamento invivibile e la vita impossibile anche a quegli animali che vorrebbero aiutare. Si chiama “animal hoarding” ed è l’ossessione di accumulare animali fino a non riuscire più a mantenerli. Spia di un disordine mentale, a Roma se ne contano già alcuni casi. Una patologia nuova ma anche pericolosa che finisce per gettare nel degrado la persona che crede così di aiutare i randagi e invece mette in pericolo decine e decine di cani e gatti, rasentando spesso il limite del reato di maltrattamento. Per l’associazione Zoo Crime servirebbe un coinvolgimento delle istituzioni e una legge che aiuti animali ma anche persone evidentemente malate.
L’INDIFFERENZA DELLE ISTITUZIONI
Negli appartamenti delle persone coinvolte a Roma sono stati trovati animali morti di fame, spesso gatti ma anche cani, carcasse, escrementi. “Persone che dicono di amare gli animali ma sono in realtà deluse dalla vita e sfogano il loro amore ossessivo e malato verso cani e gatti”, spiega Antonio Colonna di Zoo Crime, che denuncia: “Assistiamo all’indifferenza delle Istituzioni, delle Asl che si dovrebbero anche occupare di persone in difficoltà, dei Dsm, di noti enti animalisti. Ci sono pochi gattili e stracolmi, volontari in costante emergenza pieni di animali abbandonati in casa. Tutto questo si traduce in sofferenza per migliaia di animali”.
I TRE CASI ROMANI
Nell’aprile 2017 durante una perquisizione disposta dalla Procura di Roma in via Lavinio sono stati trovati gatti morti e mummificati e 16 tonnellate di rifiuti. Quest’anno a Tivoli la quarantina di gatti stipati in una soffitta e gli altri tenuti in una cantina buia dove partorivano di continuo hanno fatto una brutta fine: il padrone di casa è stato ricoverato per un Tso e nessuno si è occupato degli animali, provocando la morte di tanti felini, rinvenuti cadaveri sulla strada e nei prati circostanti. Infine a giugno il sequestro di 50 gatti detenuti in città in condizioni drammatiche da una donna: gli animali erano privi di adeguato cibo e chiusi in sole due stanze da almeno tre anni.