Cani e gatti ma anche cavalli, asini e conigli, tutti in camice bianco e in corsia. La Pet Therapy diventa una cura ufficiale anche in Sardegna, 17esima regione italiana a disciplinare la materia e soprattutto ad attuare le linee guida definite dall’accordo tra Governo, Regioni e Province autonome firmato un anno fa. La Regione ha presentato le modalità di svolgimento degli Interventi assistiti con gli animali (Iaa). Il cane, il gatto, il cavallo, l’asino e il coniglio sono i protagonisti di prestazioni a valenza terapeutica, riabilitativa, educativa, didattica e ricreativa rivolte a persone con disturbi fisici, neuromotori, mentali o psichici, ma anche a individui sani, proprio per i benefici che ne derivano. L’assessorato del Lavoro avvierà corsi (propedeutici, base e avanzati) per formare operatori professionali: gli Iaa richiedono, infatti, il coinvolgimento di una équipe multidisciplinare composta da medico di famiglia, medico veterinario, psicologo, educatore professionale, coadiutore dell’animale, animale e educatore dell’animale, che ha il compito di programmare, mettere in atto e monitorare gli interventi. “E’ un’opportunità per curare alcune patologie, come quelle croniche, ma anche per dare sollievo in situazioni di malattie non curabili”, hanno spiegato in Regione. Uno stimolo forte per arrivare a questo punto, è arrivato da una storia in particolare. Quella di Elena Ulargiu, una bambina affetta da tumore osseo che, prima di morire nel 2011, in occasione del suo ultimo ricovero, aveva scritto con un altro bambino una lettera al primario di Oncologia pediatrica, in cui proponeva un progetto: la possibilità di accogliere cani nel reparto una o due volte la settimana. “Essere riusciti a realizzare il suo sogno è una piccola, grande soddisfazione”, ammettono in Regione.