Migliaia di oche delle nevi, che migravano verso il sud, sono morte la scorsa settimana in Montana (Usa) perchè, cercando rifugio a una tempesta di neve, si sono poggiate sulle acque acide, cariche di metalli tossici, di una vecchia miniera abbandonata a cielo aperto. Ancora non c’è il bilancio esatto, ma le immagini scattate dall’alto con droni, telescopi e aerei (la zona lacustre non è accessibile) sono agghiaccianti. Testimoni hanno parlato di una zona “grande 700 acri, 280 ettari, coperta di uccelli bianchi” e le prime stime parlano di 10mila uccelli morti. E’ successo la scorsa settimana. Gli uccelli hanno cominciato l’atterraggio nei pressi delle acque della vecchia miniera il 28 novembre. La compagnia mineraria Montana Resources, responsabile insieme ad Atlantic Richfield Co., della Berkeley Pit a Butte, dal 1995 lavora a un programma di protezione ambientale che, attraverso forti rumori e riflettori, scoraggia gli stormi di uccelli dal posarsi nella zona avvelenata. Il programma risale al 1995 quando 342 oche morirono nella pozza. Non è chiaro che cosa non abbia funzionato stavolta. Secondo la compagnia mineraria, quella notte le zone di sosta abituali degli uccelli erano in gran parte gelate e dunque lo stormo si è probabilmente trovato nella necessità di cercare rifugio proprio a Berkeley Pit. L’agenzia di protezione ambientale federale chiarirà ed eventualmente multerà Montana Resources se si accerterà che la compagnia mineraria non ha adottato tutte le misure necessarie per evitare che gli uccelli si posassero a terra nella pozza avvelenata. (Agi)
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