D’autore, ma impietosa. E’ la fotografia scattata agli zoo d’Europa, veri e propri lager per orsi, rinoceronti, pinguini, leoni, pantere, armadilli, scimpanzé, delfini e leoni marini, da Britta Jaschinski e Jo-Anne McArthur. Le due fotografe pluripremiate, durante l’estate, hanno visitato diversi zoo del Vecchio Continente, dalla Francia alla Germania, dalla Gran Bretagna alla Danimarca all’Italia. Ora le immagini sono raccolte in un’esposizione che la Ong britannica Born Free porta oggi al Parlamento Ue (cliccare qui per vedere la photogallery o qui per la versione originale). Racconta la realtà di alcune di queste strutture – ribattezzate in alcuni casi “bioparchi” – della Ue, una realtà ben diversa da quella che dovrebbe essere assicurata dalle normative comunitarie. “Dal 2010 abbiamo analizzato la situazione in 21 Stati membri, solo tre hanno implementato bene la direttiva Ue del 2005”, racconta Daniel Turner di Born Free, “il principale problema è che chi deve far rispettare la legge, ispettori e veterinari in particolare, non hanno la formazione necessaria, è un problema strutturale che vediamo in particolare in Italia”. Il Belpaese non è il “peggiore”, assicura, “ma è nel gruppo dei peggiori”. Altro problema italico è quello legato alla dispersione amministrativa. “Ci sono tre ministeri – continua Turner – che si occupano degli zoo: il ministero dell’Ambiente è responsabile dell’implementazione della direttiva Ue, quello della Salute del benessere degli animali e il ministero dell’Agricoltura ha competenze sulle specie protette, coordinare tre ministeri ritarda la presa di decisione”. Il risultato è che sui 68 zoo riconosciuti in Italia nel 2010 solo 5 rispettavano la direttiva Ue, nel 2015 i giardini zoologici riconosciuti sono saliti a 98 di cui 43 esentati dalla normativa comunitaria e solo 16 a norma. “I numeri sono migliorati un po’ ma in realtà la situazione è peggiorata per via dell’austerità che ha tolto risorse: la Commissione Ue – conclude Turner – deve dare risorse agli Stati per la formazione delle autorità competenti a far applicare la direttiva Ue”. La campagna Born Free lega gli animali maltrattati a un Paese e non ad uno zoo per non puntare il dito su ogni singola struttura, ma sulle lacune legislative nazionali. Nelle prossime settimane Born Free presenterà con la Lav un rapporto ad hoc sull’Italia. La mostra fotografica di Bruxelles dura solo tre giorni, fino a giovedì 13 ottobre. (sopra, una delle foto in mostra di Britta Jaschinski, particolare)