Stop al commercio, anche legale, di avorio in Europa. Con l’obiettivo di arrestare o quanto meno limitare il traffico di specie protette, che rappresenta oggi il quarto mercato illegale mondiale, il Parlamento Europeo ha votato ieri una risoluzione volta a mettere al bando il commercio d’avorio e di animali minacciati dal bracconaggio o piante selvatiche possedute in violazione delle leggi del paese di origine o transito, a partire dal territorio della Comunità Europea. La risoluzione arriva qualche giorno dopo la stessa mozione, purtroppo non legalmente vincolante, approvata dal congresso Iunc che si è tenuto alle Hawaii e che ha esplicitamente chiesto a tutti i paesi di collaborare al fine di fermare il traffico, legale e illegale, di avorio, responsabile della diminuzione spaventosa del numero di elefanti africani e asiatici e consistente fonte economica per i gruppi terroristici di matrice islamica. “La risoluzione del Parlamento Europeo rappresenta un traguardo importantissimo nella conservazione di una specie iconica come l’elefante africano”, dichiara Lorenzo Girardi, Presidente Nazionale Anpana Onlus, l’Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente. Votata per alzata di mano, la risoluzione rappresenta, di fatto, la posizione che la Comunità Europea terrà in occasione del CoP17 – Conference of the Parties – del Cites (Convention on the International Trade of Endangered Species) che aprirà i lavori a Johannesburg, ZA, il 24 settembre prossimo. La Francia ha già firmato un decreto in merito, come aveva annunciato il Ministro Ségolène Royal in primavera durante un viaggio in Kenya: da fine agosto in tutto il Paese è vietato il commercio legale di avorio e corni di rinoceronte. Il divieto vieta altresì la vendita e il restauro di manufatti di avorio realizzati dopo il 1975, anche se regolarmente acquisiti. Anche l’Italia, tramite il Ministro Galletti in occasione dell’Ivory Crush di Roma (qui) a marzo scorso (nella foto Afp sotto), ha detto di non voler vedere più avorio nelle case degli italiani. Nei mesi scorsi, analoghi provvedimenti in Usa, ne abbiamo scritto qui, con il varo di una norma che vieta quasi totalmente il commercio d’avorio, in Cina, qui, che a ottobre 2015 ha annunciato un bando alle importazioni di avorio africano proveniente dalla caccia della durata di un anno, fino al 15 ottobre 2016 e in vari paesi africani. Anche Alitalia, insieme ad altre compagnie, lotta contro il traffico di fauna rifiutando il trasporto di trofei. Ne abbiamo scritto qui.
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