Uccise a fucilate l’orsa Amarena: processo a gennaio con 48 parti civili

Sarà processato Andrea L., l’uomo che nella notte del 31 agosto 2023 sparò all’orsa Amarena, uno dei simboli del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il giudice del Tribunale di Avezzano (Aq) lo ha rinviato a giudizio con l’accusa di uccisione di animale e con l’aggravante della crudeltà. L’udienza dibattimentale è stata fissata al 19 gennaio 2026. Andrea L., macellaio residente a San Benedetto dei Marsi (Aq), 56enne all’epoca dei fatti, col buio esplose alcuni colpi di fucile contro l’orsa che si trovava davanti alla sua abitazione con i suoi due cuccioli, non ancora autosufficienti. Amarena, colpita a morte, si accasciò poco dopo davanti all’ingresso dell’edificio. I cuccioli sparirono, per essere successivamente individuati e seguiti dal Parco.

ANCHE IL COMUNE DI VILLALAGO SARA’ PARTE CIVILE

Il caso scosse profondamente l’opinione pubblica nazionale: Amarena era uno degli esemplari più noti, amati e fotografati di orso bruno marsicano, specie simbolo dell’Appennino e a rischio estinzione. Subito dopo il fatto il direttore del Parco, Luciano Sammarone, aveva dichiarato: “Non era mai stata uccisa una mamma orsa con i suoi cuccioli nella storia del Parco”. Alla decisione oggi erano presenti molti dei rappresentanti delle 48 parti civili. Tra queste, il Comune di Villalago, paese dove l’orsa era solita uscire allo scoperto passeggiando in mezzo alle case (nella foto in alto), e diverse associazioni ambientaliste, che hanno espresso soddisfazione per l’avvio dell’iter processuale.

LA REAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI

ENPA – Soddisfazione è stata espressa dall’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa), che si è costituito parte civile nel procedimento attraverso l’avvocato Claudia Ricci. Per l’associazione il rinvio a giudizio rappresenta “un passaggio fondamentale verso l’affermazione di un principio di legalità e tutela della fauna selvatica”. “Amarena non era solo un’orsa – dice l’Enpa – era madre, era simbolo, era vita. E’ stata uccisa con un atto crudele e ingiustificabile, aggravato da futili motivi, che ha ferito non solo l’Abruzzo ma tutto il Paese. Ora chiediamo che la giustizia sia inflessibile, perché la sua morte non sia vana e diventi un monito contro ogni violenza verso gli animali”.

WWF – L’uccisione di Amarena è un reato che non può essere dimenticato – sviene sottolineato da Wwf Italia – . Dobbiamo trasformare questo dolore in un impegno concreto per il futuro dell’orso marsicano. La sua morte ricorda quanto sia urgente rafforzare la convivenza tra uomo e orso: ridurre drasticamente le cause di mortalità legate all’uomo, favorire l’espansione naturale della specie e costruire una cultura di rispetto attraverso l’informazione e il dialogo con le comunità locali. Amarena rimarrà un simbolo del nostro impegno – conclude il Wwf -. Ogni passo che faremo per proteggere la specie sarà anche un modo per non dimenticarla”.

APPENNINO ECOSISTEMA – “Con l’uccisione di Amarena si è prodotto un danno all’intero ecosistema degli Appennini centrali: occorre applicare le più severe norme introdotte nel codice penale in recepimento della Direttiva UE sulla tutela penale dell’ambiente” sostiene l’associazione Appennino Ecosistema, che si dice comunque soddisfatta: “È stato un successo, non poteva andare meglio. Abbiamo perso sei mesi per rinvii, ma non è neanche tanto se questo può servire ad arrivare a un processo ben fatto che renda giustizia”.

OIPA – L’Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) oggi era presente in aula come parte civile nel processo, grazie al patrocinio dell’avvocato Francesco Paolo Fornario. “Continueremo la nostra battaglia legale per far valere i diritti di Amarena e di tutti gli animali. Il rispetto della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato, deve essere tutelato con rigore e fermezza”, ha detto Claudia Taccani, avvocato responsabile dell’Ufficio Legale Oipa Italia.

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  • Gina |

    L orsa🐻 Amarena amava la vita e gironzolare in paese con i suoi cuccioli …l ha amata fino all ultimo giorno la vita….fino a quando il macellaio- cacciatore gli ha sparato freddandola a bruciapelo senza aver subito nessun agguato aggressivo dalla stessa Orsa !! Ma in fondo credo che un macellaio – cacciatore sia oramai “assuefatto “ogni giorno dalla vista del sangue e dalla morte.di molteplici animali. Per lui e quasi una cosa normale uccidere Ma ” la vita” restituisce sempre il conto alla morte…

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