Romania, turista in moto (con targa italiana) ucciso da un orso

In Romania un motociclista che si suppone fosse un cittadino italiano è stato ucciso da un orso lungo il percorso naturalistico della Transfagarasana, nel cuore dei Carpazi romeni. L’uomo – riferiscono i media a Bucarest – è stato trascinato dalla bestia nelle profondità del bosco e il suo corpo è stato ritrovato dopo un’ora di ricerche. L’animale che lo ha attaccato, una femmina, è stato successivamente abbattuto. La motocicletta trovata lungo la strada aveva una targa italiana, per questo si ritiene che la vittima sia un cittadino italiano, anche se finora non sono giunte conferme ufficiali nè dalle autorità romene nè dall’ambasciata d’Italia a Bucarest. L’uomo faceva parte di un gruppo di motociclisti che si stava dirigendo da Vidraru verso il Lago Bâlea e, accanto alla motocicletta rimasta sul bordo della strada, è stato rinvenuto anche un guanto che si presume appartenesse alla vittima.

L’UOMO SAREBBE SCESO DALLA MOTO PER FOTOGRAFARE L’ORSA CON I CUCCIOLI

Secondo le autorità, l’uomo si sarebbe fermato per fotografare l’orsa insieme ai suoi cuccioli, momento in cui l’animale è diventato estremamente aggressivo. Le autorità affermano che la tragedia poteva essere evitata e le immagini nel telefono cellulare del motociclista confermano il suo gesto imprudente. “Si vede che si è fermato, è sceso dalla motocicletta e ha scattato foto in sequenza mentre l’orsa era con i cuccioli e questa lo ha attaccato. Era a una distanza piuttosto ravvicinata dall’animale. Si vede chiaramente il carattere aggressivo dell’orsa, si vede quando si avvicina e l’incoscienza di tutti i turisti che fanno la stessa cosa sul Transfăgărășan. Da anni segnaliamo i problemi, nessuno prende alcun provvedimento e veniamo messi alla gogna”, ha dichiarato Dragoș Ionescu, rappresentante del fondo di caccia, secondo quanto riportato da hotnews. (Ansa)

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AGGIORNAMENTI DEL 4 LUGLIO 2025

I VIDEO CON GLI ORSI ERANO DEL GIORNO PRIMA

“Non era uno sprovveduto e la dinamica riferita dalle autorità romene alla famiglia è diversa da quella emersa sinora”. Lo spiega senza polemica il sindaco di Ferno (Varese) Sarah Foti, piccolo comune alle porte di Malpensa, dove Omar Zin, il 48enne ucciso da un orso in Romania, era nato e cresciuto e dove tuttora (nonostante avesse vissuto per un breve periodo a Samarate e fosse attualmente residente a Lonate Pozzolo, comuni confinanti) aveva le sue radici. Il sindaco Foti è in contatto con la sorella Barbara e il padre Paolo (la madre è morta di Covid durante la pandemia) e “stando a quanto è stato loro comunicato Omar era tornato indietro lungo la strada per fotografare un lago particolarmente spettacolare che sapeva trovarsi in quel punto – spiega Foti – Per raggiungere il lago ha percorso un sentiero molto scosceso lungo il quale si è imbattuto in dei cuccioli d’orso. La madre a quel punto deve essere intervenuta all’improvviso aggredendolo. I video postati che lo ritraggono effettivamente con degli orsi risalirebbero al giorno prima della sua morte”. La comunità di Ferno è sotto shock e il sindaco spiega anche l’origine di quello che “non è un secondo nome. Farang era un soprannome che lo stesso Omar si era dato e che lui, grande viaggiatore, aveva mutuato dalla lingua thailandese. La Thailandia era il Paese che gli aveva rapito il cuore”. (Ansa)

CHI ERA OMAR “FARANG” ZIN

Stava facendo un viaggio attraverso Croazia, Serbia e Romania ed era arrivato alla Transfagarasan con la sua moto Omar ‘Farang’ Zin, ucciso da un’orsa in Romania quando si trovava lungo la strada chiamata anche “la follia di Ceausescu”. Questo particolare lo aveva scritto lui stesso nel suo ultimo post su Facebook del 2 luglio, quando aveva anche postato due video con degli orsi. In uno si vede l’animale a lato della strada mentre lui passa in moto e dice “guardate che bello”, nell’altro si trova in uno spiazzo con l’orso che lo vede e gli si avvicina. “Oggi i protagonisti sono stati gli orsi bruni – aveva raccontato -, ma paesaggi da favola. Dopo la Transalpina al passo Urdele, ho percorso la Transfagarasan, chiamata anche ‘La Follia di Ceausescu’. Jeremy Clarkson, noto conduttore di Top Gear, la classificata come la strada più bella del mondo” Secondo le prime informazioni, confermata anche da Sarah Foti, la sindaca di Ferno, il paese del Varesotto in cui vive la sua famiglia, che è in contatto con la sorella e il padre di Zin, il quarantottenne “era tornato indietro lungo la strada per fotografare un lago particolarmente spettacolare che sapeva trovarsi in quel punto. Per raggiungere il lago ha percorso un sentiero molto scosceso lungo il quale si è imbattuto in dei cuccioli d’orso. La madre a quel punto deve essere intervenuta all’improvviso aggredendolo” e facendolo cadere per decine di metri. In zona ci sono molti animali, lo testimoniano i cartelli con il divieto di dare da mangiare agli orsi che si trovano lungo la strada. Sui social non mancano le critiche, anche sul suo profilo dove sono arrivati oltre 400 commenti in italiano e romeno fra chi denuncia il problema degli orsi “fuori controllo” in quella zona, chi lascia messaggi di condoglianza e chi critiche, tanto che un amico è sbottato dopo la pubblicazione anche di foto molto esplicite. “Volevo ricordare che qui ci sono i suoi amici, la sua famiglia, chi come me lo conosceva da più di vent’anni. Siete persone prive di sensibilità, di empatia, di rispetto per il dolore altrui. Dovreste vergognarvi”. Zin abitava a Lonate Pozzolo, vicino all’aeroporto di Malpensa dove lavorava da anni come autista e dove era stato da poco promosso. Il volo era una delle sue passioni, insieme alla Juventus, alle moto e alla Thailandia da cui aveva preso un pezzo di nome. “Farang era un soprannome che lo stesso Omar si era dato e che lui, grande viaggiatore, aveva mutuato dalla lingua thailandese. La Thailandia era il Paese che gli aveva rapito il cuore” ha spiegato la sindaca di Ferno dove era molto conosciuto. La madre, scomparsa durante la pandemia da Covid, gestiva il bar di via Roma a Ferno, pieno centro storico, mentre la sorella gestisce tuttora la gelateria a poche centinaia di distanza. (Ansa)

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