La Commissione europea ha deciso oggi di inviare un parere motivato all’Italia, portando dunque al secondo step la procedura di infrazione, per il mancato rispetto degli obblighi imposti dal regolamento Ue sulle specie esotiche invasive (Regolamento Ue 1143/2014), in particolare per non aver gestito adeguatamente la diffusione della formica di fuoco (Solenopsis invicta) in Sicilia. Nel settembre 2023 sono stati individuati 88 nidi vicino Siracusa, il primo avvistamento ufficiale per l’Europa. La Commissione contesta all’Italia di non aver notificato tempestivamente né alla Commissione né agli altri Stati membri il rilevamento precoce dell’insetto invasivo, come richiesto dalla normativa. Inoltre, non sarebbero state comunicate entro tre mesi le misure di eradicazione adottate, né sarebbero stati attivati in tempi utili interventi concreti per limitare la diffusione accidentale della specie.
DANNOSA ANCHE PER LE APPARECCHIATURE ELETTRICHE E PER L’AGRICOLTURA
La Solenopsis invicta, nota anche per il morso particolarmente doloroso, si diffonde in maniera estremamente rapida con impatti notevoli su ecosistemi, agricoltura e salute umana. Ma “i principali tipi di danni per l’uomo riguardano le apparecchiature elettriche e di comunicazione e l’agricoltura”, spiegava nel 2023 Mattia Menchetti dell’Ibe, che ha guidato lo studio. Questa specie di formiche “ha anche un importante impatto sugli ecosistemi naturali: è infatti un predatore generalista, e nei luoghi in cui si insedia causa la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati”.
LE SPECIE INVASIVE TRA LE PRINCIPALI CAUSE DI PERDITA DI BIODIVERSITA’
L’Italia, secondo Bruxelles, non ha messo in atto un efficace sistema di sorveglianza delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale e non ha risposto in modo soddisfacente alla lettera di costituzione in mora inviata nel novembre 2024. Roma ha ora due mesi di tempo per fornire una risposta e adottare le misure necessarie. In caso contrario, la Commissione potrà deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Le specie aliene invasive, come ricorda Bruxelles, sono una delle cinque principali cause di perdita di biodiversità in Europa e a livello globale.
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