In Cina un gruppo di ricercatori segnala significativi progressi negli xenotrapianti, cioè i trapianti da animale a uomo. Un tema che apre grandi prospettive e pone grandi interrogativi. All’ospedale universitario Xijing di Xi’an, nella Cina centrale, un paziente con un rene di maiale geneticamente modificato si sta riprendendo con successo a tre settimane dall’intervento. Si tratta del terzo caso noto al mondo per un’operazione di questo tipo, dopo due realizzati negli Usa. Lo stesso team ha impiantato il fegato di un maiale in un paziente cerebralmente morto, osservando dieci giorni di attività epatica senza rigetto precoce, sebbene meno efficiente di un fegato umano. Due successi che seguono precedenti tentativi americani con cuori e reni di maiale falliti dopo breve tempo, mentre altri due pazienti – una donna dell’Alabama trapiantata a novembre e un uomo del New Hampshire a gennaio – cui è stato impiantato il rene stanno bene.
LA QUESTIONE ETICA DEVE TROVARE SPAZIO NEL DIBATTITO
Il team cinese ha sottolineato il potenziale futuro del trapianto di fegato suino, spiegando che l’organo impiantato produceva bile e albumina, funzioni vitali. Tuttavia, il fegato è un organo complesso con molteplici ruoli. Un tentativo Usa aveva usato un fegato di maiale esterno come “ponte” per filtrare il sangue mentre in Cina il fegato suino è stato impiantato accanto a quello umano, che non è stato rimosso. Gli scienziati di tutto il mondo stanno modificando geneticamente i maiali in modo da ottimizzare la compatibilità con l’uomo. Una pratica che offre speranza per la grave carenza di organi ma solleva delicate questioni etiche sul benessere degli animali utilizzati e sulla loro sofferenza, sull’accessibilità a questo tipo di cure, particolarmente costose almeno in questa fase iniziale, e sui rischi di zoonosi. Ultimo ma non meno importante, è necessario interrogarsi sul concetto di “umanità” quando i rapporti tra esseri umani e altre specie arrivano a considerare quest’ultime come fornitrici di pezzi di ricambio, e se sia eticamente più o meno grave che considerarle fornitrici di proteine.
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