In Abruzzo la priorità è salvare i due orsetti figli di Amarena

AGGIORNAMENTO DEL 5 SETTEMBRE 2023 – I CUCCIOLI SONO INSIEME E STANNO BENE

Il Parco ha sospeso le attività di cattura dei due cuccioli di Amarena. La decisione è stata presa sulla base del fatto che i due esemplari sarebbero stati avvistati di nuovo insieme e si sarebbero allontanati dalla zona più antropizzata del Fucino, dimostrando così di essere riusciti a sopravvivere e quindi ad alimentarsi e a muoversi autonomamente nel territorio, per quanto non siano affatto scongiurati i rischi per una loro nuova separazione nonché quelli della loro sopravvivenza. Li hanno infatti visti in piena notte e li hanno anche fotografati con gli infrarossi sotto ad un albero di mele e pronti a dare la scalata ai frutti. I due, nati tra dicembre e gennaio scorsi, se la stanno cavando, insomma. Tanto da non forzare la mano, per ora, per una loro cattura. Lo dice il Parco d’Abruzzo Pnalm.

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POST DEL 2 SETTEMBRE 2023

È una corsa contro il tempo quella di carabinieri forestali e dei guardiaparco per salvare i due cuccioli dell’orsa Amarena, uccisa nella notte di giovedì da un allevatore e produttore di salumi di San Benedetto dei Marsi, in Abruzzo ma fuori dai confini del Parco: gli animali, che hanno un’età approssimativa tra i cinque e sei mesi, non sono in grado di provvedere da soli al loro nutrimento e potrebbero essere una facile preda per la fauna selvatica, visto che non sono ancora capaci di difendersi. Un nuovo tentativo di catturarli, per poi provvedere alla loro cura e reinserimento in natura nei prossimi mesi, sarà effettuato stasera, dopo quello fallito ieri sera. “I cuccioli sono stati avvistati – ha spiegato la capoguardia del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Michela Mastrella – e hanno ripetuto il tragitto che hanno fatto con la mamma, partendo da una zona della Rupe di Venere fino a ritornare qui a San Benedetto: stasera saremo operativi con delle squadre miste, carabinieri forestali e guardie del Pnalm, quasi certamente un veterinario e una biologa”. Come ha spiegato il comandante della compagnia dei carabinieri di Avezzano, il capitano Luigi Strianese, “sono state messe delle trappole con delle esche, del cibo per attirarli e quindi, per cercare di catturarli, oppure un altro sistema è quello con le reti a vista, perchè essendo troppo piccoli non possono essere colpiti da cartucce narcotizzanti”.

Amarena con i cuccioli mentre attraversano San Sebastiano Dei Marsi  (LaPresse)

TROPPI CURIOSI: “LASCIATE LAVORARE GLI SPECIALISTI”

Le operazioni di ricerca e recupero dei cuccioli sono però disturbate dall’arrivo in zona di molti curiosi, tanto da avere indotto il sindaco di San Benedetto dei Marsi, Antonio Cerasani, ad emettere un’ordinanza di divieto di avvicinamento agli orsetti e alle squadre specializzate impegnate nella ricerca. L’invito rivolto a tutti, anche dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, è di “lasciare lavorare gli specialisti nelle migliori condizioni possibili”. Anche il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone, ha rivolto un accorato appello alla popolazione, sottolineando che bisogna “evitare di trasformare una tragedia in un disastro colossale: ci sono troppi curiosi in giro che spaventano i cuccioli, invito tutti a non muoversi e a farci fare il nostro lavoro”. In attesa di scoprire la dinamica dell’uccisione dell’orsa Amarena, il cui corpo senza vita è sottoposto in queste ore ad una necroscopia nella sede di Avezzano dell’Istituto zooprofilattico, anche il presidente del Parco nazionale della Maiella, Lucio Zazzara, è intervenuto sull’accaduto, parlando di “un gesto sconsiderato per diverse ragioni, sia d’interesse scientifico, sia sociale, sia economico; ma soprattutto è la manifestazione di una pericolosa sottocultura che continua a privilegiare un approccio violento alle problematiche, che pure sussistono, nel rapporto uomo-natura”.

IL GOVERNATORE D’ABRUZZO CONDANNA LE MINACCE ALL’UCCISORE

Il governatore Marsilio ha condannato le minacce e le intimidazioni subite dall’autore dell’uccisione, dopo avere confermato la volontà della Regione di costituirsi parte civile in un futuro processo. “A un atto incivile – ha spiegato – non si risponde con la barbarie”. Sui social si parla molto dell’uccisore dell’orsa e della condanna che lo aspetta ma, per questo tipo di reati, se incensurati non si corre il rischio di finire in prigione. Molte associazioni animaliste e ambientaliste hanno sottolineato il danno incalcolabile che ha provocato quella sciagurata fucilata alla sottospecie marsicana di orso bruno – “Ne restano solo 50”, titola Salviamo l’orso – cui Amarena e i suoi piccoli appartengono e ha iniziato a circolare, tra questi amanti degli animali, l’augurio che Andrea L. venga sommerso dalle cause civili.

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AGGIORNAMENTO DEL 3 SETTEMBRE 2023

Ancora un nulla di fatto: i cuccioli dell’orsa Amarena, uccisa a fucilate due giorni fa, girano ancora liberi tra i boschi dell’Appennino. Un loro nuovo avvistamento è stato segnalato a Venere, frazione di Gioia dei Marsi, nell’Aquilano. I piccoli sono stati individuati nella notte, nella radura che avvolge la Marsica, nei pressi di un sentiero. Sono stati dei passanti a scorgerli da lontano, ma quando hanno provato ad avvicinarsi, i due cuccioli – che dovrebbero avere circa 7 mesi – sono nuovamente scappati, forse spaventati dai rumori e la luce delle torce elettriche. Difficile sapere in che condizioni siano, ma il fatto di averli avvistati e che siano in giro fa ben sperare sulla loro salute. Per la morte dell’orsa Amarena, è stato indagato un 56enne. L’uomo, nella notte tra giovedì e venerdì, ha sentito un rumore, è uscito di casa imbracciando un fucile e ha sparato. Quando i carabinieri sono arrivati, per l’orsa marsicana che era uscita dal Parco Nazionale d’Abruzzo arrivando fino a San Benedetto dei Marsi, non c’era niente da fare: era già morta. “Era nella mia proprietà”, avrebbe detto il 56enne ai guardiaparco che l’hanno fermato, ammettendo di aver sparato con il proprio fucile senza l’intenzione di uccidere l’orsa.L’arma era legalmente detenuta e l’uomo avrebbe sparato un solo colpo. Il bossolo è stato sequestrato dai militari dell’Arma, ma nell’abitazione sono state trovate diverse altre armi, tutte sequestrate.

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