Stalle escluse dalla nuova direttiva Ue sulle emissioni: soddisfatti e no

La plenaria dell’Europarlamento ha respinto l’ipotesi di includere gli allevamenti di bovini nella nuova direttiva emissioni industriali. Una decisione che soddisfa agricoltori e governo italiano e che scontenta gli ambientalisti. Gli emendamenti sostenuti dalla commissione Agricoltura dell’Eurocamera sono stati approvati, mentre sono stati bocciati quelli della commissione Ambiente, che prevedevano l’applicazione delle norme sulle emissioni industriali ad allevamenti di vacche da latte da 300 capi in su. La Commissione europea chiedeva 150 unità. “Il Parlamento non ha permesso che gli allevamenti che allevano mucche fossero elencati come grandi inquinatori industriali e abbiamo evitato di imporre loro un nuovo onere amministrativo – ha commentato Benoit Lutgen (Ppe, Belgio) – un buon passo a favore dei nostri agricoltori e della sicurezza alimentare”.

CHI E’ SODDISFATTO DELLA DECISIONE…

“Bene la decisione. Una scelta che, di fatto, avrebbe portato la zootecnia ad essere definita altamente inquinante”, dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida. “Respingere questo provvedimento – precisa il ministro – è la decisione opportuna per tutelare un settore nevralgico per l’agroalimentare, evitando il rischio di desertificare intere aree della Nazione, a vantaggio di quegli Stati extra-Ue che non avrebbero rispettato gli stessi nostri vincoli. Continueremo a lavorare per difendere un tessuto produttivo già ampiamente sostenibile – conclude – e vigileremo affinché non passi l’idea che i cibi sintetici possano essere la soluzione per garantire la sostenibilità ambientale”. “Abbiamo fermato in Europa la norma ammazza stalle”, dice il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. La scelta opposta “avrebbe portato alla perdita di posti di lavoro con la chiusura di molti allevamenti di dimensioni medio-piccole. Siamo riusciti a fermare un approccio ideologico fondato su dati imprecisi e vecchi che avrebbe avuto impatti negativi sull’ambiente con la perdita di biodiversità, paesaggi e spopolamento delle aree rurali”, afferma Prandini, nel sottolineare che “ora l’esclusione dovrà essere consolidata dopo i negoziati che si apriranno con il Consiglio Ue”. “L’equazione ‘stalle uguale fabbriche inquinanti’ non ha retto, l’ideologia mascherata da finto ambientalismo non è passata”, è il commento di Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia. Soddisfatte anche Alleanza Cooperative Agroalimentari e Confagricoltura.

… E CHI INVECE E’ CRITICO

“Un duro colpo” contro la protezione della natura dell’Ue. Così Greenpeace Europa critica il voto dell’Europarlamento che ha escluso gli allevamenti bovini dalla nuova direttiva emissioni industriali. “Gli allevamenti di bovini più grandi e più tossici, così come migliaia di allevamenti di suini e polli, potranno continuare a inquinare la nostra aria, il suolo e l’acqua”, attacca l’organizzazione ambientalista. “È un duro colpo per il futuro dell’agricoltura sostenibile, che premia di fatto l’agricoltura industriale inquinante e rende più difficile per le piccole e medie aziende agricole familiari operare entro i limiti della natura – ha dichiarato Marco Contiero di Greenpeace – le fattorie industriali stanno distruggendo gli ecosistemi su cui facciamo affidamento per produrre cibo e vivere una vita sana e stanno derubando la stragrande maggioranza degli agricoltori di un futuro sostenibile, ma rimangono intoccabili”.

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