AGGIORNAMENTO DEL 12 APRILE 2023 – E’ JJ4 L’ORSA CHE HA UCCISO ANDREA PAPI
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AGGIORNAMENTO DELL’11 APRILE – SI STUDIA TRASFERIMENTO DI MASSA DEGLI ORSI – OK AGLI ABBATTIMENTI
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AGGIORNAMENTO DELL’11 APRILE 2023 – DOMANI I FUNERALI DI ANDREA: LUMINI ACCESI IN VAL DI SOLE
Si svolgeranno domani, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Caldes, i funerali di Andrea Papi, il runner 26enne ucciso da un orso nei boschi che sovrastano il paese. Per l’intera giornata sarà lutto cittadino in tutti i comuni della val di Sole. Nel frattempo i promotori del sito ruralpini.it, da sempre critico nei confronti del progetto di ripopolamento Life Ursus, rilanciano “come atto simbolico di solidarietà e vicinanza l’appello che sta diffondendosi sui social affinché la sera del giorno dei funerali venga esposto un lumino acceso sulle finestre delle case”. Questa mattina il governatore trentino Maurizio Fugatti, ai microfoni di Radio 2 ha confermato che è atteso a breve l’esito dell’esame del dna delle tracce organiche lasciate dall’orso sul luogo dell’aggressione e che, una volta identificato, si procederà all’abbattimento. Sulla questione interviene anche Reinhold Messner. “La convivenza con lupi e orsi su un territorio antropizzato e di piccole dimensioni com’è il nostro, non è più sostenibile. Soprattutto in considerazione del numero degli esemplari”, afferma il re degli ottomila sul quotidiano L’Adige. (Ansa)
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AGGIORNAMENTO DEL 10 APRILE 2023 – MERCOLEDI’ IL FUNERALE DI ANDREA
Si svolgerà mercoledì alle 15 a Caldes, in Trentino, il funerale di Andrea Papi, il runner 26enne ucciso da un orso mentre faceva una seduta di allenamento sul monte Peller. I 13 comuni della val di Sole hanno dichiarato il lutto cittadino.
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AGGIORNAMENTO DEL 10 APRILE 2023 – LA MAMMA: RENDIAMO GIUSTIZIA AD ANDREA
“Volevo dirvi che la mia anima e quella dei miei familiari è devastata da un immenso dolore, non riusciamo a capacitarci e a farcene ragione. Il sapere che Andrea è stato in balia dell’orso mi devasta. Andrea e Laura sono la nostra ragione di vita e per questo chiedo rispetto. Andrea é nato e vissuto qua, amava la natura e la rispettava, il suo territorio, le sue cime, le sue traversate erano la sua vita. Chiedo a tutte le popolazioni che vivono nei territori di montagna e alle amministrazioni di far sentire la loro voce e di non abbandonarci e di non abbassare la guardia, perché io e tutta la mia famiglia lotteremo fino alla fine per rendere giustizia al mio Andrea”. Lo scrive in una lettera Franca Ghirardini, la mamma di Andrea Papi, il runner 26enne ucciso mercoledì scorso da un orso sui sentieri del monte Peller, in Trentino. “Ringrazio di cuore per averci aiutato a trovare nostro figlio tutta la macchina dei soccorsi, vigili del fuoco, soccorso alpino e speleologico, gli operatori con i cani da ricerca e molecolari, le forze dell’ordine, i volontari che si sono attivati e l’amministrazione comunale. Vi chiedo un’ultima cosa – scrive – non dimenticate. Dobbiamo ridare ad Andrea la sua dignità. Mi rivolgo con questo mio scritto alle autorità della provincia e dello Stato attuali e pregresse perché se è successa questa tragedia, evidentemente forse non è stato fatto tutto quello che poteva essere fatto. Eravamo a conoscenza dei fatti accaduti nel tempo ma non ci sono stati grandi interventi per garantire la sicurezza della popolazione”. “Sappiate che noi siamo arrabbiati e indignati – si legge ancora nella lettera – Il sistema ha fatto sì che Andrea diventasse la prima vittima annunciata. Questo va ricercato in una gestione del progetto Ursus che non ha saputo adeguarsi e affrontare l’aumento degli orsi e che non ha ritenuto di agire dopo le molte aggressioni che ci sono state in questi anni. Non è stato fatto niente”. (Adnkronos)
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AGGIORNAMENTO DEL 8 APRILE 2023 – LA FAMIGLIA DI ANDREA VALUTA AZIONI CIVILI E PENALI
Dopo la conferma delle cause della morte di Andrea Papi, ucciso da un orso nei boschi sopra Caldes, la famiglia del giovane runner si è rivolta a due legali per valutare azioni civili e penali nei confronti di chi ha responsabilità nel controllo e nella gestione dei plantigradi in Trentino. Sul tavolo la possibilità di fare causa alla Provincia di Trento e allo Stato. “Con i familiari discuteremo di un possibile risarcimento e si farà una valutazione in merito a eventuali responsabilità”, ha spiegato l’avvocato Marcello Paiar, incaricato della questione assieme alla collega Maura Cravotto. “Se ci sono i presupposti per procedere – ha aggiunto – procederemo, ma aspetteremo di capire cosa emerge dalle indagini condotte dalla Procura”. Intanto, il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha ribadito la volontà di procedere nella direzione di un drastico ridimensionamento del progetto Life Ursus. Nell’ambito dell’incontro a Malè con i sindaci della valle di Sole, il governatore ha rimarcato la decisione annunciata ieri, definendo il progetto nato nel 1996 per tutelare la popolazione dell’orso bruno sul Brenta “sproporzionato rispetto all’impostazione originaria”. “Dobbiamo riportare la popolazione a circa 50 unità. Non importa come”, ha detto Fugatti. Attualmente, in Trentino si contano all’incirca un centinaio di esemplari, su un’area di circa 1.500 chilometri quadrati. Tra il 1999 e il 2002, dopo un primo studio di fattibilità, con una consultazione delle popolazioni interessate, sono stati introdotti dieci esemplari arrivati dalla Slovenia. A partire dal 2014 sono avvenute sette aggressioni ai danni di escursionisti. Assieme alla ricerca dell’orso responsabile dell’uccisione del runner di 26 anni, Fugatti ha comunicato ad Ispra di voler procedere all’abbattimento di tre esemplari ritenuti problematici (Mj5, Jj4 e M62). “Ci attendiamo – ha precisato – la giusta collaborazione da parte delle autorità competenti: mi riferisco allo Stato, ai ministeri e all’Ispra, che in qualche situazione hanno dimostrato un certo ostracismo rispetto alle posizioni della Provincia”. Secondo Alberto Stoffella, ex guardia forestale della Provincia ed esperto di grandi carnivori, l’abbattimento non è un tabù, ma va fatto con cognizione di causa, per evitare di “intervenire in modo sbagliato, prelevando gli esemplari più tranquilli e lasciando in vita quelli più aggressivi”. Le associazioni animaliste, invece, denunciano mancanze nella gestione dei grandi carnivori, e chiedono di avviare dei confronti per evitare una “caccia alle streghe”.
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POST DEL 7 APRILE 2023
Andrea Papi è stato aggredito da un orso quando era ancora vivo. Lo confermano i rilievi sul corpo del runner 26enne di Caldes, in Trentino, eseguiti dai consulenti – tre periti: un medico legale, un veterinario ed un’esperta di dna animale – indicati dalla Procura di Trento, che sono terminati nel pomeriggio di venerdì. È già stato dato il nulla osta alla sepoltura. Papi mercoledì era uscito a correre nei boschi sopra l’abitato di Caldes, in Val di Sole, ma non ha fatto ritorno per cena, quando i familiari hanno dato l’allarme. Il corpo a notte fonda è stato ritrovato senza vita nel bosco dai cani molecolari, a una settantina di metri dalla carrareccia. Si tratta della prima uccisione di una persona da parte di un plantigrado avvenuta sull’arco alpino da oltre un secolo a questa parte. Il versante della montagna nei boschi di Caldes, in Trentino, è ora presidiato dal personale del Corpo forestale anche con attività di informazione verso persone che intendono usufruire della rete stradale e sentieristica. La Provincia, in serata, ha emanato un’ordinanza per abbattere l’orso – che rimane ancora da individuare – responsabile dell’aggressione avvenuta l’altra sera sul monte Peller, per cui sono stati disposti gli esami sui campioni di dna prelevato, che verranno eseguiti presso i laboratori della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Nella stessa zona, un mese fa, un orso conosciuto come Mj5 ha ferito un escursionista ma sono tra i venti e i trenta gli esemplari che gravitano intorno a quella valle, sul centinaio degli orsi totali in Trentino. Per i quali, almeno secondo le parole del presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, le cose stanno per cambiare.
ORDINANZA DI ABBATTIMENTO PER L’ORSO RESPONSABILE, ANCORA DA INDIVIDUARE
“La Giunta provinciale di Trento, venuta a conoscenza dell’esito delle operazioni peritali sul corpo di Andrea Papi, ha comunicato al Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica di un provvedimento contingibile e urgente per la rimozione di un orso pericoloso per incolumità e sicurezza pubblica”. Lo ha reso noto, in conferenza stampa, il presidente Fugatti a margine della riunione tenutasi al Palazzo del Governo di Trento. “Il dispositivo – ha aggiunto Fugatti – prevede che il Corpo forestale dia seguito all’ordinanza, proseguendo il monitoraggio dell’area e procedendo nel più breve tempo possibile all’identificazione genetica dell’esemplare responsabile dell’aggressione e di procedere nell’abbattimento. Eventuali esemplari catturati nelle operazioni potranno essere custoditi in cattività in attesa della conferma genetica”. Fugatti ha poi aggiunto: “Ad oggi i casi di orso problematico, dei quali è già stata informata Ispra, sono tre. Nei prossimi giorni verrà fatta richiesta di abbattimento di questi tre esemplari, tra cui Mj5 (responsabile dell’aggressione del 5 marzo scorso), Jj4 (di cui già chiesto abbattimento) e M62. Abbiamo avuto già rassicurazioni da parte Ispra di dell’accoglimento di queste richieste”.
FUGATTI: IL PROGETTO “LIFE URSUS” SARA’ RIDIMENSIONATO: MASSIMO 50 ORSI
“È ormai acclarata la problematica dell’eccessivo numero di esemplari presenti sul nostro territorio rispetto alla sostenibilità del progetto ‘Life Ursus’ e della convivenza tra uomo e orso. Crediamo che occorra riportare il progetto alle originarie previsione, partendo proprio dai territori come la valle di Sole, dove gli esemplari sono in sovrannumero”, continua. La prossima settimana Fugatti incontrerà il ministro competente per riduzione del progetto ‘Life Ursus’ per arrivare alle previsioni iniziali del progetto, che prevedevano una cinquantina di esemplari. È stato dimostrato che con questi numeri il progetto non può durare”, ha detto il presidente Pat. Il progetto di abbattimento e ridimensionamento “corrisponde a quanto chiesto dai 13 sindaci della valle”, ha detto il presidente della Comunità della valle di Sole, Lorenzo Cicolini. “Abbiamo deciso che il giorno del funerale di Andrea Papi sarà un giorno di lutto per l’intera Comunità di valle”, ha aggiunto. La prossima settimana, inoltre, Fugatti incontrerà il ministro dell’Ambiente per chiedere un cambiamento del modello di gestione dei grandi carnivori in Trentino. (post aggiornato alle 19.50 con la notizia dell’ordinanza della Pat e con le parole di Fugatti. Altri aggiornamenti alle 20.50 con altri dettagli)
UOMINI & ORSI IN TRENTINO🧵
Alcune domande ricorrenti:-Sono una presenza naturale e spontanea?
Naturale sì. Ci sono sempre stati. Ma circa 25 anni fa, per colpa del nostro sterminio, erano ridotti a 3 soli esemplari anziani.
Si rimediò all'altrimenti sicura estinzione
1/— Nicola Bressi (@Nicola_Bressi) April 7, 2023
AGGIORNAMENTI – LE REAZIONI
COLDIRETTI – “Chi vive nelle montagne le cura e le mantiene ha sempre piu’ paura e serve subito un piano di controllo affinchè fatti gravi come questo non capitino mai piu'”. E’ quanto afferma, in una nota, Gianluca Barbacovi presidente della Coldiretti Trentino Alto Adige nell’esprimere cordoglio per la vittima dell’aggressione da parte di un orso. “Negli ultimi anni – sottolinea la Coldiretti – si è registrato un incremento della presenza dell’orso con circa 100 esemplari in Trentino con un aumento anche dell’areale occupato con singoli giovani maschi che sono stati segnalati fino in Piemonte, nelle zone di confine tra Tirolo e Baviera e in Friuli Venezia Giulia”, secondo l’ultimo rapporto elaborato dal settore grandi carnivori del Servizio faunistico della Provincia autonoma di Trento. Il caso del runner “rappresenta la punta dell’iceberg di una situazione fuori controllo dove la resistenza di chi lavora e vive sul territorio – denuncia Coldiretti – è ormai al limite considerato che in Trentino in circolazione ci sono anche 26 branchi di lupi o ibridi (erano 17 nel 2020) con intrusioni nelle aziende e allevamenti. Sul territorio trentino il proliferare dei grandi predatori rappresenta un grave rischio per l’incolumità delle persone ma anche per le attività economiche, dall’agricoltura al turismo. Serve dunque responsabilità nella difesa della popolazione che – conclude Coldiretti – con coraggio continua a presidiare il territori e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado e l’abbandono”.
OIPA – “Apprendiamo con tristezza il risultato dell’autopsia su giovane morto in Val di Sole e al contempo invitiamo alla calma e auspichiamo che ora le istituzioni non ricorrano alla barbarie dell’occhio per occhio, dente per dente. Così l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che offre una riflessione su quel che sta succedendo da qualche anno in Trentino. “Importare per poi imprigionare e uccidere è quel accade nella gestione della Provincia autonoma di Trento che, insieme all’Istituto nazionale della fauna selvatica (oggi Ispra) e al Parco Adamello Brenta, per salvaguardare un piccolo nucleo di orsi sopravvissuto nel territorio volle avviare il progetto Life Ursus, finanziato dall’Unione Europea, al fine d’incrementare la specie nelle Alpi tramite il rilascio di alcuni individui provenienti dalla Slovenia”. “Se il risultato di tanto sforzo è questo, tanto valeva che quello stanziamento di denaro pubblico fosse investito altrove”, commenta il responsabile per la Fauna selvatica dell’Oipa, Alessandro Piacenza. “Dieci furono gli orsi rilasciati tra il 1999 e il 2002, e oggi se ne contano circa 100. Ma l’intento iniziale si è ribaltato e dalla protezione si sta passando all’uccisione”. Life Ursus avrebbe dovuto proteggere gli orsi bruni reintrodotti attraverso una serie di attività mirate alla conservazione, alla sorveglianza, alla sensibilizzazione anche attraverso l’attivazione di relazioni positive tra l’uomo e il plantigrado, fa notare l’Oipa, ma la prevenzione dei conflitti tra l’orso e le comunità locali non sono state né idonee né sufficienti. “Tra le tante dichiarazioni lette tra ieri e oggi, vi sono anche state anche quelle che imputano la morte del povero runner a un ‘estremismo ambientalista’ che avrebbe causato l’incidente con l’orso”, continua Piacenza dell’Oipa. “Addirittura vi è chi afferma che “questo estremismo insensibile alle ragioni ed alla sicurezza dell’uomo va emarginato e fermato”. Di fronte ad affermazioni di tal fatta invitiamo tutti a una maggiore calma e cautela”. (Ansa)
ENPA – “Questa terribile vicenda che ci colma di dolore e che ci fa sentire tanto vicini alla famiglia e alla comunità segnala che purtroppo in questi lunghi 20 anni non c’è stata da parte degli amministratori della Pat una politica di informazione e formazione rivolta ai cittadini sulla corretta convivenza con gli orsi e sul rapporto con la natura in tutte le sue forme di vita”. Così in una nota l’Enpa in merito al runner morto in Trentino aggredito da un orso. “Quel vuoto che Enpa ha sempre cercato di far colmare e di colmare come nel 2010 quando propose a Michele Dalla Piccola una serie di iniziative a partire dalle scuole. – aggiunge Enpa -. Un vuoto che tale è rimasto, anzi, si è approfondito. Per questo il giovane Andrea è vittima anche delle negligenze della politica, di cui oggi fa le spese anche l’orso”.
Su 24zampe: Trentino, runner trovato morto a Caldes: forse ucciso da un animale