Spagna, prima legge sui diritti degli animali. Ma la corrida resta

Il governo spagnolo ha approvato in Consiglio dei ministri un progetto di legge sui diritti degli animali, la prima di questa natura nel Paese iberico, secondo quanto ha ricordato la ministra dei Diritti sociali Ione Belarra. Tra le misure previste, secondo media iberici, ci sono la proibizione di esporre e vendere animali in negozi e quello di sacrificare animali da compagnia se non per “motivi sanitari o di eutanasia”, il divieto per i circhi di esibire animali selvaggi o la riconversione di zoo e delfinari in centri per il recupero di specie autoctone. La norma non si riferisce al mondo delle corride di tori, dichiarate patrimonio culturale dalla Costituzione. Inoltre, non si prevedono tempi brevi per l’attuazione: il provvedimento, avrebbe detto il governo, “affronterà un’udienza pubblica, una seconda lettura e un voto parlamentare”. La legge, poi, verrà accompagnata da una riforma del codice penale che inasprisce pene e sanzioni per reati di maltrattamento animale: ad esempio, passerà da uno a due anni la pena prevista per l’uccisione volontaria di un animale vertebrato, sia di specie domestiche sia selvagge.

PURTROPPO PER I TORI RESTA TUTTO COM’E’

“Vogliamo lottare contro i tre principali problemi del nostro Paese, il maltrattamento, l’abbandono e i sacrifici”, ha affermato Belarra in conferenza stampa. Associazioni e partiti animalisti — riporta l’agenzia di stampa Efe — hanno accolto favorevolmente il progetto di legge, che ora inizierà il proprio percorso parlamentare. Per quanto riguarda la corrida, la questione, molto sentita in Spagna, dovrebbe essere affrontata separatamente. “Crediamo che, purtroppo, questo paese abbia bisogno di un dibattito più ampio ma questa legge era urgente e necessaria per tutti gli animali domestici e per quelli selvatici in cattività”, ha detto alla Reuters Sergio Torres, referente governativo per la protezione dei diritti degli animali. “Questo non significa che non lo faremo in futuro”, ha concluso.

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