In India 126 tigri morte nel 2021: il dato più alto in 10 anni

Sono 126 le tigri indiane morte nel corso del 2021: questo, secondo la National Tiger Conservation Authority, l’istituto che tiene sotto controllo i felini nel subcontinente da dieci anni, è il dato più alto registrato sinora. I responsabili dell’istituto stanno indagando sulla causa della morte più recente, avvenuta ieri nello stato del Madhya Pradesh: la tigre, rinvenuta senza vita nel distretto di Chhindwara, è la 44esima ritrovata morta nella regione. Si calcola che l’India ospiti circa il 75 per cento delle tigri tuttora esistenti al mondo, anche se non si conosce il numero esatto degli esemplari attuali. Secondo gli etologi, nel 1947, l’anno dell’Indipendenza del paese, le tigri ammontavano a quasi 40mila, ma la caccia e i danni apportati al loro habitat ne hanno decimato il numero.

E’ LA FRAMMENTAZIONE DELL’HABITAT DELLE TIGRI A CAUSARE LE MINACCE ALL’UOMO

Nel 2010, assieme ad altri 12 paesi, Delhi si è impegnata a proteggere le tigri e a farne raddoppiare il numero entro il 2022: l’anno scorso il governo ha annunciato di avere raggiunto l’obiettivo prima del previsto, con un censimento di 2.967 esemplari, contro il record negativo di 1.411 tigri del 2006. Gran parte delle morti sono attribuite a “cause naturali”, ma varie decine di tigri vengono uccise ogni anno dagli abitanti di villaggi. La tigre, seppure a rischio estinzione, è una reale minaccia per la vita degli umani che condividono le stesse aree. I dati ufficiali parlano di almeno 255 persone aggredite da tigri e uccise tra il 2014 e il 2019. I conservazionisti dell’associazione Wildlife Sos ritengono che le crescenti incursioni dei felini nei villaggi siano dovute alla frammentazione del loro habitat: “Gli animali”, affermano, “non possono raggiungere le foreste più estese che sono il loro habitat preferito senza incrociare i villaggi, il cui numero cresce col passare degli anni”. (Ansa)

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