Almeno 160 specie estinte in 10 anni: è sempre colpa dell’uomo

In 10 anni si sono estinte almeno 160 specie. Si tratta di un numero elevato, accertato dalla Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura), ma che probabilmente rappresenta una sottostima, sia per la difficoltà di ricerca sia per la poca conoscenza riguardo alcuni gruppi tassonomici, considerati minori. La lista delle specie scomparse, direttamente o indirettamente, a causa dell’uomo è infatti costantemente da aggiornare. E secondo l’ultimo report del Wwf, “Estinzioni: non mandiamo il pianeta in rosso”, siamo nel pieno della sesta estinzione di massa, con un tasso di estinzione di specie animali e vegetali 1.000 volte superiore a quello naturale. Spesso le specie in declino soffrono a causa di una molteplicità di fattori, per cui è difficile individuare la causa principale, ma se c’è una cosa certa è che in tutti questi fattori c’è la mano dell’uomo. Circa il 25% delle 93.579 specie elencate nella lista rossa della Iucn come vulnerabile, in pericolo o in pericolo critico, sono minacciate di estinzione globale.

ALCUNE SPECIE SI SONO ESTINTE DI RECENTE
Ecco alcune delle specie che abbiamo perso recentemente. Il rinoceronte bianco settentrionale (Eratotherium simum cottoni, foto in alto) è stato dichiarato estinto nel 2018, quando è morto l’ultimo esemplare in vita, detenuto in cattività (in natura si è estinto molto prima a causa del bracconaggio), in passato viveva in Sudan, Uganda, Repubblica Centro-africana e Repubblica democratica del Congo. La testuggine dell’Isola di Pinta (Chelonoidis abingdonii) si è ufficialmente estinta nel 2012, quando morì l’ultimo individuo scoperto negli anni ’70. Lo stambecco dei Pirenei (Capra pyrenaica pyrenaica) è stato dichiarato ufficialmente estinto nel 2000, dopo aver subito nei secoli scorsi una caccia molto dura che lo ha portato a un rapido declino. Il rospo dorato (Incilius periglenes) è stato dichiarato estinto nel 2004, anche a causa della rarefazione del suo habitat umido, conseguenza del riscaldamento globale in corso. Il lipote (Lipotes vexillifer), un delfino d’acqua dolce diffuso nel Fiume Azzurro in Cina, è stato dichiarato estinto nel 2006 a causa dell’inquinamento delle acque causato dalla presenza di molte industrie chimiche e dall’altro le catture accidentali durante le attività di pesca.

ALTRE LE ABBIAMO PERSE OLTRE UN SECOLO FA

La bettongia del deserto (Bettongia anhydra) è un piccolo marsupiale non più osservato in natura dal 1933, la Iucn lo ha dichiarato estinto solo nel 2016. Il pipistrello dell’isola di Natale (Pipistrellus murrayi) è stato dichiarato estinto nel 2017, colpa di un insieme di fattori tra cui l’introduzione di specie alloctone. L’akiaola di Kauai (Akialoa stejnegeri), un uccello delle Isole Hawaii, è stato dichiarato estinto nel 2016. L’ultimo esemplare di tilacino (Thylacinus cynocephalus), o tigre della Tasmania, è deceduto nello zoo di Hobart nel 1936 e la specie è stata dichiarata estinta dalla Iucn nel 1982. La tigre di Giava (Panthera tigris sondaica) è stata dichiarata estinta nel 1979 a causa della distruzione delle foreste per fare spazio a piantagioni e dal bracconaggio. Poi ci sono l’alca impenne dell’Oceano Atlantico (Pinguinus impennis), vittima di una caccia dissennata per scopi alimentari e per il suo piumaggio (ma anche la richiesta di esemplari da parte dei musei naturalistici ha contribuito al suo declino); l’orso dell’Atlante (Ursus arctos crowtheri), fino all’800 presente in territori tra Tunisia, Marocco e Algeria, l’ultimo individuo è morto nel 1867; il quagga (Equus quagga quagga), sottospecie di zebra diffusa in Sudafrica fino a metà dell’800, dichiarato estinto in natura nel 1878 (l’ultimo individuo in cattività è morto allo zoo di Amsterdam nel 1883).