Per combattere il fenomeno dei bocconi e delle esche avvelenate che uccidono animali domestici e selvatici (oltre che essere un pericolo anche per l’uomo), è partito dall’Umbria un progetto pilota finalizzato alla formazione di una task force cinofila anti-veleni. Iniziativa – presentata a Perugia – promossa dall’assessorato all’ambiente della Regione e proposta dall’Enpa, Ente nazionale protezione animali. L’obiettivo – è stato sottolineato – è di mettere al centro dell’attenzione un problema particolarmente sentito, auspicando una normativa nazionale organica in materia. Quella umbra infatti è una prima iniziativa con l’augurio che presto si potrà poi coprire tutto il territorio nazionale. A mettere in rete i vari soggetti è stato l’assessore regionale all’ambiente, Roberto Morroni, che ha voluto fare dell’Umbria un’apripista in materia.
LE VITTIME DI ESCHE TOSSICHE SONO A LORO VOLTA PERICOLOSE PER TUTTA LA CATENA ALIMENTARE
“Abbiamo voluto dare sostegno – ha spiegato – all’importante progetto perché questo è un tema di civiltà che vede da tempo l’Umbria su una posizione di sensibilità, visto che abbiamo una legge regionale varata nei primi anni 2000 e un sistema informatico per la segnalazione dei casi. Ci è sembrato così naturale abbracciare questa iniziativa dell’Enpa, per dare il nostro supporto e per fare dell’Umbria una realtà di pregio in grado di caratterizzarsi su scala nazionale per contrastare e prevenire questa pratica deplorevole”. Anche per la presidente Enpa Nazionale, Carla Rocchi, il progetto segna “un passo importante nella collaborazione tra la Regione e l’associazione animalista”. “Centra il problema, quello dei bocconi avvelenati – ha sostenuto -, centra la soluzione, risolvendo con i cani addestrati per identificarli, e dimostra anche che quando le istituzioni sono lungimiranti e sensibili, i problemi si individuano e si risolvono”. Il direttore sanitario del rifugio oasi parco dell’Enpa di Perugia, Massimo Floris, ha evidenziato il “danno diretto e indiretto, multilaterale su tutti gli animali, perché le vittime stesse vengono trasformate in esche tossiche per altri animali con una catena che va fermata”. (Ansa)
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