Argentina, i capibara (roditori giganti) invadono i quartieri ricchi

Decine di giganteschi roditori hanno invaso una zona residenziale di Buenos Aires, in Argentina. I capibara – conosciuti anche come carpinchos o chiguires – sono i roditori più grandi del mondo e possono misurare fino a 1,35 metri di lunghezza e raggiungere gli 80 chilogrammi di peso. Ormai si aggirano indisturbati per Nordelta, lussuoso complesso urbano privato di 1.600 ettari costruito alla periferia della capitale argentina su una zona umida del fiume Parana, habitat naturale del capibara. “Nordelta è una zona umida eccezionalmente ricca che non avrebbe mai dovuto essere toccata”, ha detto all’Afp il biologo Sebastian di Martino, direttore della conservazione presso la fondazione Rewilding Argentina. Ma “ora che il danno è fatto, i residenti devono raggiungere un certo livello di convivenza con i carpinchos”, spiega Di Martino. Una vicenda “gustosa” anche politicamente: pochi osservatori hanno resistito a contrapporre il topone simbolo della sinistra proletaria – una femmina di capibara mette al mondo sei cuccioli l’anno – alla destra speculatrice e palazzinara. Ma tant’è.

UN CANTIERE HA SOTTRATTO AI CARPINCHOS L’ULTIMO SCAMPOLO DI TERRITORIO NATURALE

A scatenare l’invasione sarebbe stato il cantiere più recente sull’area, quello per la costruzione di una clinica, che ha evidentemente scalzato i roditori dall’ultimo scampolo di territorio naturale loro rimasto. Molti residenti di Nordelta si sono lamentati dei prati rovinati dai capibara, degli “scontri” con gli animali domestici e dell’aumento degli incidenti stradali. Ma se nelle nostre città lo sviluppo immobiliare produce un aumento dei topi in circolazione, che noi contrastiamo con l’inserimento di gatti (come si è fatto a Chicago o a New York), trovare dei predatori per i carpinchos non è altrettanto facile. I capibara sono normalmente preda di giaguari, puma, volpi, gatti selvatici e licaoni, tutti animali ormai di fatto estinti in Argentina. Una soluzione ancora non si è trovata: c’è chi propone di creare loro una riserva di 20/30 ettari, chi pensa si possano rimuovere e ricollocare altrove, chi li trova divertenti e rallenta con l’auto per fotografarli e addirittura chi li cerca per scattarsi un selfie in compagnia di un topone di 60 kg.

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