Cinghiali, Patuanelli: “Lo Stato non può creare problemi ai privati”

Agricoltori di tutta Italia in piazza oggi per protestare contro l’invasione dei cinghiali. Sarebbero arrivati, secondo i dati di Coldiretti, a 2,5 milioni gli esemplari che invadono indistintamente campagne e città, provocando da una parte danni alle colture e dall’altra un incidente ogni 48 ore. Da Milano a Napoli, Torino, Bologna, Palermo a Cagliari, Bari e Bologna e tutti i capoluoghi di Regione, le loro ragioni gli agricoltori le hanno portate fino a Montecitorio, a Roma, per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla gravità del fenomeno. Sindaci, presidenti di regione, parlamentari, segretari di partito e ministri delle diverse forze politiche hanno fatto sentire la loro voce. “La fauna selvatica è di proprietà dello Stato e lo Stato non può creare danni ai privati”, ha detto il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli nel suo intervento, secondo il quale il problema non sono i risarcimenti ma i danni che non ci devono essere e ha aggiunto, “posso assicurare il mio massimo impegno personale per dare delle risposte che tutti voi avete diritto di avere da parte dello Stato”. Questo mentre il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha assicurato di porre al Consiglio dei ministri la questione.

DANNI INGENTI E MOLTI INCIDENTI A CAUSA DEI CINGHIALI

Con l’emergenza Covid, che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto, il numero dei cinghiali, secondo la Coldiretti, è aumentato del 15%, alla ricerca di cibo ‘facile’ tra i rifiuti nei parchi e nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute. Animali, che tra l’altro, sono responsabili della diffusione della peste suina. Intanto nelle campagne si contano danni per 200 milioni di euro l’anno alle produzioni agricole, con la perdita di biodiversità animale e vegetale. Alto poi il bilancio degli incidenti provocati dai cinghiali nel 2020, con 16 vittime e 215 feriti anche in strade e autostrade, aumentati negli ultimi dieci anni dell’81%. Cinghiali che possono arrivare a 1,5 quintali, 1,2 metri di altezza e 2 metri di lunghezza, si muovono per lo più all’alba e al crepuscolo, le ore più a rischio, riuscendo a percorrere fino a 40 chilometri alla volta. “Non è più solo una questione di risarcimenti ma è un fatto di sicurezza che va affrontato con decisione”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel chiedere un Piano straordinario concertato tra ministeri e Regioni, Province e Comuni per uscire da questa situazione. Secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè l’81% degli italiani pensa che l’emergenza vada affrontata ricorrendo agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero.

LA CACCIA: SOLUZIONE O ORIGINE DEL PROBLEMA?

Ma la caccia, evocata come soluzione, è in realtà all’origine del problema. “Quello che non si rileva nelle dichiarazioni dell’associazione degli agricoltori – spiega la Lav in una nota – è un benché minimo accenno alle cause che hanno determinato quella che secondo loro è ‘una emergenza nazionale’. Da sempre, infatti, la gestione delle popolazioni di animali selvatici, compresi i cinghiali, è affidata ai cacciatori e al piombo dei loro fucili. E da sempre i danni all’agricoltura imputati ai cinghiali sono in continua crescita, sebbene oramai dal 2005 possano essere cacciati 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno. Nonostante, quindi, un regime di caccia forsennato, stando alle accuse di Coldiretti i cinghiali non solo non diminuiscono di numero, ma addirittura sono in continua crescita. Dopo più di quindici anni di caccia illimitata al cinghiale dovrebbe essere chiaro a chiunque che il metodo venatorio applicato al controllo della popolazione di cinghiali è il vero problema, un fallimento sotto ogni aspetto, primo responsabile dell’incremento numerico dei cinghiali sul territorio”, dichiara Massimo Vitturi, responsabile Lav Area Animali Selvatici. Stessa posizione per Wwf Italia: “La manifestazione di oggi promossa da Coldiretti conferma una gestione ipocrita del problema cinghiali, con la presenza in piazza dei soggetti responsabili della pessima gestione della fauna selvatica nel nostro paese al fianco di chi vorrebbe rappresentare gli interessi dell’agricoltura”.

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