L’affetto per Tessy, Baldo e Ennio tiene le loro famiglie umane ancora lontane dall’Italia. Nonostante l’emergenza coronavirus, infatti, ci sono alcuni connazionali che piuttosto che far ritorno a casa senza i loro cani rimangono in Sudafrica e in Messico in attesa di una soluzione. Che non è ancora arrivata. Per i primi due, finora è stato offerto loro di tornare con un volo di Stato ma solo senza animali, una soluzione che non hanno ritenuto accettabile. Hanno controfferto un volo di rientro a proprie spese ma è stato negato. La famiglia di Ennio (foto sotto), invece, dal Messico non riesce a trovare un volo che trasporti anche lui.
FAMIGLIE MESSE DI FRONTE A UNA SCELTA IMMORALE (E A UN REATO)
Da circa 2 mesi queste famiglie sono di fronte a una “scelta immorale”, un “mors tua vita mea” che però non li ha piegati al compromesso, racconta Animalisti Italiani onlus: “Queste persone e i loro animali stanno subendo una grave ingiustizia – dice il presidente Walter Caporale -, stiamo agendo a tutti i livelli istituzionali, dal presidente Giuseppe Conte al ministro degli Esteri Luigi Di Maio alle ambasciate, per risolvere la difficile situazione”. “Chiediamo il loro immediato rientro con volo diretto che accetti anche i cani, perché fanno parte del nucleo familiare. Chiedere a queste persone di abbandonarli è anche un reato penale in Italia, come in molti paesi in cui risiedono al momento”, conclude Emanuela Bignami, Responsabile Nazionale Randagismo degli Animalisti Italiani, che qui sotto racconta le loro storie nel dettaglio.
TESSY E BALDO
Tessy è un mix di pastore tedesco e svizzero, ha 9 anni e dopo una pancreatite ha bisogno di un cibo speciale. Baldo invece è un meticcio sudafricano doc adottato per strapparlo alla strada e al triste fenomeno del randagismo. Loro sono i “figli” dei piemontesi Enrica Narciso e Paolo Odifreddi (foto sopra), rimasti a Johannesburg in Sudafrica, a causa del lockdown dovuto al coronavirus. “Lʼunica offerta ricevuta dal Consolato era di volare su Francoforte ma senza Tessy e Baldo, impensabile”, raccontano. Loro hanno proposto più volte al Consolato anche il rientro a proprie spese, senza fruire di nessun volo di stato. Ma gli è stato sempre negato.
ENNIO
Alla loro storia si aggiunge quella della famiglia Gerenzani (foto sopra) che ci scrive: “Vi contattiamo perché siamo disperati. Avevamo un regolare biglietto di rientro per noi e il nostro adorato Ennio che è stato cancellato a causa dello scoppio della pandemia. Riacquistati altri biglietti nessuna compagnia aerea ammette il cane. L’unica che lo accetta non volerà e pur rivolgendoci all’Ambasciata, siamo bloccati in Messico fino a data da destinarsi perché non vogliamo abbandonare il nostro cane”.