Capodanno sostenibile: no aragoste, sì pesce azzurro e locale

Capodanno all’insegna del pesce “pop” perché gusto e freschezza di alici, sgombro e sugarello possono segnare il crepuscolo dei buffet a base di aragoste e salmone. Ne è convinto Antonino Miccio, direttore dell’Area marina protetta “Punta Campanella”, che, insieme a Slow Food Campania, ha lanciato un appello in vista del cenone di Capodanno: “Compriamo pesce povero, eccedentario e locale. È buono e fa bene alla biodiversità del nostro mare e alla piccola pesca artigianale”.

I PESCI DA NON CONSUMARE…

“I pesci che sarebbe preferibile non consumassimo – ha precisato Carmela Guidone, coordinatrice del Centro di educazione ambientale dell’Area marina “Punta Campanella” in occasione del ciclo di 20 cene ecosostenibili Bluefish -, perché in via di estinzione o perché frutto di pratiche di pesca o allevamento non sostenibili, sono salmone, tonno rosso, bianchetti,  corvina, magnosa, pangasio, merluzzo, cernia bruna. Da non consumare mai – ha ricordato – i datteri di mare, la cui vendita è illegale“.

…E LE SPECIE CONSIGLIATE

“Le specie che invece sarebbe preferibile consumare sono quelle eccedentarie le cui popolazioni vivono in abbondanza nei mari italiani e del mondo. Ad esempio sarebbe preferibile consumare il pesce azzurro che può vantare preziose qualità nutrizionali. Sarebbe preferibile consumare aguglia, sgombro, sugarello, palamita, zerro, pagello, lampuga, pesce pilota, pesce serra, tonno alletterato. Anche il pesce ha una sua stagionalità e scegliere il pesce di stagione significa mangiare pesce locale e non congelato”, ha sottolineato.

NEL 2050 IN ACQUA PIU’ PLASTICA CHE PESCE

“Sono 60 milioni le persone che nel mondo – ha concluso Alberto Capasso, Legale Rappresentante di Slow Food Campania – lavorano nel settore della pesca e dell’acquacoltura, 17mila le specie che compongono la biodiversità marina del mar Mediterraneo ma il 33,1% delle specie sono pescate al di là del loro limite biologico sostenibile. E si stima che nel 2050 negli oceani ci saranno, in peso, più rifiuti plastici che pesci”.