Il viaggio Latina-Russia delle tigri nasconde un traffico illecito?

La vicenda delle tigri partite da Latina alla volta del Daghestan e fermate dalla polizia alla frontiera tra Bielorussia e Polonia si tinge di giallo. Quella che sembrava “un’ordinaria storia” di maltrattamento potrebbe in realtà rivelarsi il lembo di un traffico internazionale di animali. Ora le nove tigri superstiti sono relativamente al sicuro, cinque già in Spagna in un rifugio, quattro ancora convalescenti in Polonia. Ma la storia non è conclusa. Secondo quanto riportato da Lav una giornalista polacca di Tvn24, supportata dall’associazione italiana, ha realizzato un’investigazione sul viaggio delle tigri, accendendo un faro su quello che potrebbe essere un traffico illegale di animali che partono dall’Unione europea “destinati ad essere smembrati (per pellicce, bile, denti, testicoli, occhi, ghiandole tiroidee, milza, ecc) e venduti in Cina e in Asia centrale per la medicina tradizionale cinese. L’Italia è coinvolta e vi sono forti dubbi sulla vicenda delle tigri partite da Latina“, scrivono sul loro sito. Tra le incongruenze portate in evidenza da Tvn24 il fatto che lo zoo del Daghestan non esisterebbe, che la famiglia circense di Latina avrebbe reso testimonianze controverse sulla proprietà delle tigri, che sarebbe anonima, cosi come il finanziatore russo del viaggio. Anche la reale destinazione degli animali, una ditta di trasporti specializzata in alcolici e animali morti, non testimonierebbe a favore di un affare completamente trasparente.

UNA VICENDA CON MOLTI LATI OSCURI E RISVOLTI INQUIETANTI

Scrive ancora Lav: “Acquirenti segreti, circhi e zoo europei che allevano animali (ovvero “fabbricano” esseri viventi a rischio estinzione per venderli altrove), finti zoo e circhi in Daghestan e in altre repubbliche remote della Federazione russa che fungono da base di copertura: il tutto sarebbe finalizzato al profitto di ricchi trafficanti centro-asiatici e cinesi, che acquistano pellicce e parti di animale per la medicina cinese o per qualche ricco acquirente. Il documentario rivela numerosi altri aspetti di rilievo e con risvolti inquietanti: ad esempio, durante l’intervista, viene dichiarato dal Prefetto di Latina che, a seguito del blocco da parte delle autorità bielorusse, “è stato mandato di persona un funzionario dell’Asl Veterinaria di Latina fino in Polonia per portare il documento mancante”… è questa la prassi? È normale che un funzionario pubblico venga incaricato di portare a mano (a spesa dei contribuenti), un documento dimenticato da organizzatori privati di un trasporto di questo tipo?”. Lav, alla luce di quanto emerso, invita il ministro dell’ambiente Sergio Costa a “avviare un’indagine e stroncare questo vergognoso mercato”.