Due terzi delle specie di uccelli che volano nei cieli nordamericani rischiano l’estinzione a meno che non vengano prese misure immediate per rallentare il cambiamento climatico. Lo sostiene la National Audubon Society degli Usa, la Lipu a stelle e strisce: “Siamo nel mezzo di un’emergenza per gli uccelli”, ha dichiarato David Yarnold, il loro ad. Se l’emissione di gas a effetto serra non rallenta, saranno 389 specie su 604 in Nord America a dover fronteggiare l’estinzione, secondo un rapporto del gruppo di conservazione citato da Reuters. Molti di loro, infatti, costretti a migrare per trovare temperature più favorevoli, potrebbero non sopravvivere al viaggio. Ma se l’atteso aumento delle temperature di 3°C entro il 2080 viene rallentato a 1,5°, il 40% di quelle specie potrebbe salvarsi.
LE SPECIE PIU’ MINACCIATE E IL RUOLO DELL’UOMO
I più minacciati sono quelli che vivono nella zona artica e nelle zone costiere, dai passeriformi all’aquila reale (foto in alto). L’allarme lanciato dal rapporto di Audubon si aggiunge alle cattive notizie arrivate il mese scorso: la popolazione aviaria degli Stati Uniti e del Canada sarebbe diminuita del 29% dal 1970, con una perdita netta di circa 2,9 miliardi di uccelli. Ma il climate change non è l’unica minaccia che l’uomo porta alla sopravvivenza degli uccelli nordamericani: siamo responsabili anche della loro perdita di habitat e per il suo degrado, utilizziamo troppi prodotti chimici in agricoltura che provocano la scomparsa degli insetti vitali per la loro dieta e anche – una realtà nota ma difficile da accettare – perchè lasciamo liberi i gatti domestici di dare la caccia agli uccelletti.
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