Diciassette stati Usa fanno causa per bloccare le nuove regole amministrative volute dal presidente Donald Trump che indeboliscono l’Endangered Species Act, la legge sulle specie minacciate di estinzione, e che dovrebbero entrare in vigore oggi. La causa, presentata ieri presso il tribunale federale di San Francisco da California, Massachusetts, Maryland, Colorado, Connecticut, Illinois, Michigan, Nevada, New Jersey, New Mexico, New York, Nord Carolina, Oregon, Pennsylvania, Rhode Island, Vermont e Washington, ne ricalca una simile intentata il mese scorso da diversi gruppi ambientalisti, tra cui la Humane Society e il Sierra Club. Sostiene che le nuove regole contraddicono gli obiettivi dell’Act e che l’amministrazione non è riuscita fornire una base motivata per le modifiche o ad analizzarne l’impatto ambientale come richiesto dalla legge federale.
L’ENDANGERED SPECIES ACT E’ IN VIGORE DAL 1973 E HA SALVATO 220 SPECIE ANIMALI
La nuova procedura consente ai funzionari di considerare anche il costo economico del salvataggio di una specie, rimuove le protezioni per animali appena inseriti nell’elenco come minacciati e rende più semplice toglierli dall’elenco protetto. Il divieto era da tempo nel mirino dei repubblicani che godono dell’appoggio di grandi aziende come società di perforazione o di sviluppo immobiliare che spesso hanno dovuto rinunciare allo sfruttamento di vaste aree di terra e tratti di mare perchè habitat di specie minacciate di estinzione. L’Endangered Species Act, da quando è stato approvato da Richard Nixon nel 1973, ha rappresentato un’ancora di salvezza per circa 220 specie animali tra cui l’aquila calva, l’orso grigio (nelle foto sopra Afp/Reuters, insieme con un lupo) e le balene.