AGGIORNAMENTO DEL 13 APRILE 2019 – CHIARIMENTO DI SALVINI: NESSUN ABBATTIMENTO
“Nessun abbattimento dei lupi, al massimo cattura e trattenimento”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini, dopo la circolare diffusa l’altro giorno dal Viminale. L’obiettivo del ministero dell’Interno, condiviso col dicastero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, spiega il Viminale, “è evitare allarmismi, controllare la diffusione della specie e mettere in sicurezza il bestiame”. (Ansa)
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POST ORIGINALE DEL 12 APRILE 2019
Lupi sempre più numerosi e minacciosi sulle montagne del nord Italia. Occorre dunque pensare ad uno strappo alla legge che li tutela dal 1997 e consentirne l’abbattimento. L’indicazione arriva da una circolare (‘Diffusione di lupi e tutela della pubblica incolumità’) inviata dal capo di gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi, ai commissari di Governo di Trento e Bolzano ed al presidente della Regione Valle d’Aosta. Protestano gli animalisti. “Se anche un solo esemplare dovesse essere ucciso – fa sapere l’Enpa – il nostro ufficio legale è pronto a intervenire con esposti e denunce”. Usa l’arma dell’ironia Massimo Vitturi, responsabile di Lav per gli animali selvatici: “Continua lo sfruttamento a fini politici del lupo: Maurizio Fugatti esulta perché Matteo Salvini gli scrive una circolare che riporta ciò che è scritto nella direttiva Habitat dal 1992, chissà la sua felicità quando scoprirà l’acqua calda!”, twitta, riferendosi al fatto che un animale selvatico eventualmente pericoloso per l’incolumità pubblica si può abbattere.
LA CIRCOLARE DEL MINISTERO DELL’INTERNO
La circolare del Viminale rileva che “di recente, in alcune aree del territorio nazionale”, si è registrato “un aumento della presenza di lupi che, avvicinandosi in branco agli abitati, provocano allarme nella popolazione ovvero causano importanti danni economici agli allevatori, attaccando ovini, caprini e talvolta bovini nelle zone di pascolo e di ricovero”. Da qui “l’esigenza di adottare interventi di carattere preventivo ai fini della tutela della pubblica incolumità e della salvaguardia delle attività tradizionalmente legate alla montagna, all’agricoltura e alla zootecnia”. Il prefetto Piantedosi invita quindi a convocare “apposite sedute” del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per valutare “iniziative di prevenzione” come “il monitoraggio dei lupi e delle situazioni di conflitto, interventi di messa in sicurezza del bestiame e di dissuasione sui lupi particolarmente confidenti”. Ma se questi interventi si rivelassero “inadeguati ad assicurare la pubblica incolumità”, si invita a considerare la richiesta di una deroga all’articolo 8 della legge 357 del 1997 che prevede il divieto di uccidere una serie dai animali selvatici, tra i quali appunto il lupo.
LA POSIZIONE DEL TRENTINO FUGATTI E LA RISPOSTA DI ENPA
Esulta, come si è visto, il presidente leghista della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. “È un forte passo avanti – commenta – perché si sancisce il tema della sicurezza e dell’ordine pubblico nella gestione dei lupi. Nelle prossime ore scriveremo al prefetto e chiederemo di applicare quella circolare per i casi pericolosi che ci sono in Trentino”, facendo forse riferimento ai fatti di Ala (Tn) di fine gennaio, quando c’è stato un attacco di lupi a un gregge. Di tutt’altro avviso l’Enpa. “I lupi – sostiene la presidente Carla Rocchi – non rappresentano emergenza di ordine pubblico: nel 2018, dice Eurac Reserach, in Trentino ci sono state 65 predazioni, con 76.500 euro di indennizzo. Sono invece – sottolinea – un preziosissimo equilibratore biologico, perché con la loro attività predatoria mantengono in equilibrio le popolazioni degli altri selvatici. Dunque, non c’è nessuna emergenza, se non quella creata ad arte per guadagnare qualche voto in più alle prossime elezioni”. Si attendono le reazioni del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che nei giorni scorsi ha inviato il nuovo “Piano lupo” alla Conferenza Stato-Regioni.