“Il modello alimentare attuale, basato sugli allevamenti e le proteine animali, è disastroso”. Ad affermarlo non è solo Greta Thunberg, la sedicenne svedese attivista per il clima diventata famosa per l’impegno ambientalista e scesa in piazza ieri insieme a milioni di giovani in tutto il mondo, ma anche “autorevoli agenzie e istituzioni mondiali, tra cui Nasa, Fao e Università di Oxford”, scrive l’associazione Essere Animali in una nota. “Una delle cause principali di inquinamento, gas serra e spreco di acqua e risorse sono gli allevamenti. Infatti Greta ha scelto di diventare vegana e invita tutti a farlo. Noi vogliamo che sia chiaro che non si può parlare di riduzione dell’inquinamento senza ripensare alle politiche alimentari”, dice la ong animalista, che sostiene la dieta vegana e aderisce allo sciopero per il clima. “Il bestiame sfrutta, tra pascoli e terreni coltivati a mangimi, il 77% delle terre agricole del pianeta, eppure produce solo il 17% del fabbisogno calorico globale e il 33% del fabbisogno proteico globale”.
“IL BESTIAME PRODUCE INQUINAMENTO E CONSUMA RISORSE IDRICHE E SUOLO”
“La produzione di carne è responsabile da sola del 18% delle emissioni di gas serra, molto più del settore dei trasporti – prosegue la ong -. Il settore zootecnico emette il 65% del protossido d’azoto globale e il 50% del metano: questi gas sono più inquinanti dell’anidride carbonica rispettivamente di 298 e 25 volte. Uno studio suggerisce che sostituire la carne con i fagioli potrebbe ridurre dal 46% al 74% le emissioni dei gas serra negli Stati Uniti”. “Un burger di manzo ha un’impronta idrica media di 2.350 litri – conclude Essere Animali -: è l’acqua che un essere umano beve in tre anni. Un burger di soia, invece, ha un’impronta idrica pari a solo il 7% del suo equivalente di carne”. (nella foto sopra Afp/Pontus Lundahl, la giovane attivista svedese Greta Thunberg ieri a Stoccolma. In alto, foto Epa/Samuel Golay, una manifestazione ieri a Bellinzona, in Svizzera)
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