Dopo le nutrie e i pappagalli, l’Europa è stata colonizzata da un altro animale esotico: il nandù, una specie di struzzo originario della Patagonia. Nel Nord della Germania si sta moltiplicando (riferisce il sito tedesco dw.com), minacciando le coltivazioni. Alcuni chiedono di poterlo cacciare, altri lo difendono come un’attrazione. Il nandù è un uccello non volatore simile allo struzzo. Ha un piumaggio grigio uniforme ed arriva a 1 metro e 70 di altezza e 40 chili di peso. Vive nelle pianure della Patagonia argentina e nel sud del Brasile. Qui viene allevato per la carne e le piume. Il nandù stato portato nel Nord della Germania negli anni Novanta, quando in Europa si cominciavano ad allevare gli struzzi per la carne. Tre coppie erano riuscite a fuggire da un allevamento vicino a Lubecca, nello Schleswig-Holstein, tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila. Abituati al freddo della Patagonia, si erano ben ambientati nell’Europa del Nord. Vagando per le campagne, erano arrivati nel vicino land del Meclemburgo, e qui si erano sistemati nell’area protetta di Schaalsee, patrimonio Unesco. In quel paradiso naturale si sono riprodotti in massa. Dopo l’ultima estate calda, sono arrivati ad essere 566, secondo il Ministero dell’Agricoltura. E qui sono cominciati i problemi. Il nandù è innocuo e non è considerato una specie invasiva, perché non minaccia flora e fauna locali. Non può essere abbattuto perché non ci sono leggi che ne autorizzino la caccia. Tuttavia divora le coltivazioni di cereali: gli agricoltori lamentano danni ingenti e hanno chiesto alle autorità di poter sparare ai maschi. Al momento i due land interessati preferiscono tenere sotto controllo la popolazione eliminando le uova. Gli animalisti però difendono la nuova specie e alcuni albergatori la considerano una attrazione turistica. (Ansa)
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