Pericolosa per legge. E’ il caso della renna Masha, al centro di una vicenda giudiziaria di cui nei prossimi mesi dovrà occuparsi la Corte d’appello di Torino. Ai magistrati del capoluogo piemontese, per ordine della Cassazione, passerà così il fascicolo relativo all’esemplare di renna custodito dal titolare di un animal park a Monteu Roero (Cuneo). Masha, infatti, è considerata “pericolosa” nonostante fino a due anni fa fosse impiegata come animatrice di villaggi natalizi e, a detta dell’imprenditore, fosse mite, mansueta e non avesse mai dato problemi a nessuno. Masha stava ‘lavorando’ in una località dell’albese quando, nel dicembre nel 2016, un incendio la fece fuggire. Fu ritrovata una quarantina di giorni dopo dalle guardie forestali. Si salvò ma il suo ‘custode’ di Monteu Roero finì sotto processo. In base a una lettura attenta dell’allegato A di una legge del 1996, infatti la renna – appartenente alla famiglia Cervidae – è considerata “pericolosa” e, quindi, per custodirla è indispensabile un’autorizzazione specifica della Regione. In tribunale ad Asti il 4 dicembre 2017 l’imprenditore venne assolto “perché il fatto non costituisce reato”. Il pubblico ministero, però, fece ricorso e ottenne ragione. Il carattere di Masha, infatti, non ha importanza. E’ una renna e, in quanto tale, soggetta alla normativa del ’96 “a prescindere da qualsiasi valutazione sulla concreta nocività”. Lo dimostra – spiega la Cassazione – un pronuncia del 2005 in materia di canguri. Alla Corte d’appello, ora, il compito di accertare se l’imprenditore ha violato una legge sul commercio e la detenzione di animali. (foto d’archivio)
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