Coyote nel Bronx, procioni a Manhattan, volpi rosse nel Queens, gufi a Brooklyn, cervi a Staten Island. Quando si dice che New York è una giungla non si va molto lontani dalla verità, nel senso naturalistico del termine. Sono stimate in 600 le specie selvatiche che condividono il territorio metropolitano con gli 8,5 milioni di umani. Milioni di animali che abitano principalmente i circa 12mila ettari di parchi urbani, dove hanno imparato a non essere investiti dalle auto, anche grazie alla cura delle connessioni ecologiche urbane, dove non vengono cacciati e dove il cibo non scarseggia. Tra spazzatura e flora cittadina, trovano di che nutrirsi le migliaia di procioni che vivono qui, un centinaio solo a Central Park, i circa duemila cervi di Staten Island e i 50 coyote che vagano intorno al Bronx. Ma siccome Manhattan è un’isola non mancano le foche, saltuariamente arrivano le balene e abbondano le specie di uccelli acquatici. La città nel 2016 ha istituito l’unità faunistica New York City Park Ranger che, tra gli altri compiti, incontra i residenti e spiega loro come convivere con la fauna urbana. “Quando ci sono problemi – racconta una delle guardie all’Afp -, di solito la colpa è delle persone, non degli animali. Animali che dovrebbero essere lasciati il più possibile da soli: la città è abbastanza grande per entrambi”. A volte c’è chi chiama e chiede che vengano “riportati in natura ma non c’è posto dove portarli, ora loro vivono qui”, conclude. (nella foto Afp sopra un cane procione raccoon riposa nascosto tra i rami in un parco a New York)
