Gli Usa vogliono togliere la lince canadese dalle specie a rischio ma gli animalisti non ci stanno

La lince canadese non ha più bisogno di misure speciali di protezione negli Stati Uniti: il Fish and Wildlife Service (Fws), l’agenzia del dipartimento degli Interni americano che si occupa della conservazione della fauna selvatica, ha annunciato l’intenzione di sfilare la lince dall’elenco delle specie a rischio. Una decisione che non piace alle associazioni ambientaliste che preannunciano azioni legali. Dichiarato nel 2000, lo status di specie minacciata per la lince canadese ha bloccato nel corso di questi anni numerosi progetti di disboscamento e di costruzione di strade, causando malumori nei gruppi industriali e anche in alcuni legislatori degli Stati dell’Ovest. Per scienziati e ambientalisti il cambiamento climatico ridurrebbe l’habitat della lince e la disponibilità della sua principale preda, la lepre, mettendo così a rischio il grande felino. Ora però una nuova valutazione dei biologi dell’agenzia governativa afferma che le popolazioni di lince sono stabili e sono addirittura aumentate rispetto ai livelli storici in alcune aree del Colorado e del Maine. La lince canadese, parente di quella europea e molto simile tranne per le grosse zampe più adatte alla neve, vive anche nel Montana, nel Minnesota, nell’Idaho e nello Stato di Washington. La nuova valutazione del Fws tiene conto di un intervallo temporale minore e accorcia lo sguardo sulle previsioni degli effetti dei cambiamenti climatici dal 2100 al 2050. Nel breve periodo insomma le linci non rischierebbero più la scomparsa. Animalisti e ambientalisti però non ci stanno e, come già accaduto lo scorso anno con l’esclusione di trichechi e grizzly dalle specie minacciate, preannunciano di voler ricorrere in tribunale. (Ansa/Ap)