Tenendo fede ad una tradizione inaugurata da George Bush padre nel 1989, Donald Trump ha graziato ieri nel Rose Garden della Casa Bianca i suoi primi due tacchini, sottraendoli così al destino di altri 46 milioni che giovedì finiranno arrostiti per la festa di Thanksgiving. I due pennuti saranno invece trasferiti in una fattoria della Virginia, la Virginia Tech’s Gobbler’s Rest, dove li attendono i loro predecessori “pardoned” nel 2016 da Barack Obama, Tater e Tot. Il tycoon ha scherzato sulla sua inclinazione a revocare le decisioni dell’ex presidente: “Sono stato informato dall’ufficio legale della Casa Bianca che la grazia a Tater e Tot non può essere revocata”. A vincere l’atto di clemenza è stato un tacchino di nome Drumstick, ma anche il suo rivale, Wishbone, alla fine è stato risparmiato. Il presidente era accompagnato dalla moglie Melania e dal figlio Barron, quest’ultimo apparso un po’ troppo serio dato il clima scherzoso dell’evento, e da altri membri della famiglia. La cerimonia è stata anticipata ad oggi, come l’arrivo del tradizionale albero di Natale al 1600 Pennsylvania Avenue, perchè i Trump sono in partenza per la Florida, a Mar-a-Lago, la Casa Bianca d’inverno, per celebrare la festa del Ringraziamento. La tradizione del Thanksgiving day alla Casa Bianca risale al 1947, quando la National Turkey Federation – di cui oggi ricorrono i 70 anni – diventò il fornitore ufficiale dei tacchini al presidente per la festa: all’epoca presentò l’esemplare a Harry Truman. Gli animali erano destinati alla cena, ma Bush padre nel 1989 decise di graziarne alcuni. Negli ultimi anni, la famiglia Obama ne serviva una porzione ai senzatetto di Washington. (nelle foto Jim Bourg/Reuters, sopra le figlie di Trump Tiffany, a sinistra, e Ivanka con Drumstick. Sotto, il presidente con Barron e Melania)
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