Il declino delle specie animali corre: entro il 2020 il mondo potrebbe perdere due terzi di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili. Lo ricorda il Wwf in vista della Giornata mondiale della natura selvaggia (World Wildlife Day), indetta dall’Onu, che si celebra oggi, venerdì 3 marzo. L’edizione 2017 accende i riflettori sull’impegno delle giovani generazioni per la tutela della natura. Quasi un quarto della popolazione mondiale, ricorda l’Onu, ha infatti tra 10 e 24 anni e il destino di flora e fauna selvatica è nelle loro mani. Gli sforzi di conservazione danno i loro frutti. Il Wwf ricorda cinque risultati di successo conseguiti nel 2016: le tigri, il cui numero è aumentato per la prima volta nella storia, e ancora i panda (la popolazione è cresciuta del 17%), il divieto di commercio dei pangolini (l’animale più trafficato al mondo, nella foto sopra), la chiusura del mercato dell’avorio entro quest’anno in Cina e la cancellazione di alcuni progetti industriali in siti patrimonio naturale come la barriera corallina del Belize e il Parco spagnolo di Coto Donana. E in occasione del World Wildlife Day nove associazioni italiane (Enpa, Rifugio degli asinelli, Italian Horse Protection, Lav, Legambiente, Lega nazionale per la difesa del cane, Lipu-BirdLife Italia, Rete dei santuari di animali liberi in Italia, Wwf) firmano oggi la Carta di Roma per il recupero degli animali salvati non a fini di lucro. Si tratta, spiega Antonino Morabito, responsabile della fauna e del benessere animale Legambiente, di animali esotici, selvatici, da reddito che per vari motivi, in primis maltrattamento, vengono sequestrati. Il documento, anticipa l’associazione, ha l’obiettivo di denunciare “il colpevole ritardo” nella loro gestione da parte dello Stato. (Ansa)
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