Il circo non se la passa bene e “i circhi con animali” sono in uno “stato di estrema difficoltà”. Lo rivela un’indagine del Censis commissionata dalla Lav (Lega anti-vivisezione), in cui per la prima volta vengono raccolti e analizzati i dati economici e le stime disponibili su questo comparto, riferiti agli ultimi anni ed aggiornati a gennaio 2017. In particolare il Censis rileva, tra il 2010 e il 2015, un -11% di spettacoli, un -5% di spettatori, un -9% di contributi pubblici e l’azzeramemto degli investimenti nel comparto. “La riforma sullo spettacolo dal vivo prevista da un disegno di legge del governo all’esame della commissione Cultura del Senato – osserva la Lav, che presenterà lo studio domani a Palazzo Madama – è necessaria e urgente per favorire la riconversione e quindi il rilancio del settore”. Il ddl in questione “prevede la graduale dismissione degli animali dai circhi. Il settore è attualmente disciplinato da una normativa che risale al 1968, ormai non più in linea con il contesto socio-culturale attuale, che ha maturato una crescente sensibilità verso gli animali”. Mentre “sempre più Paesi in Ue e nel mondo vietano o limitano l’utilizzo di animali negli spettacoli”. Sono infatti circa “duemila gli animali ‘detenuti’ nei circhi italiani”, stima la Lav che parla di tigri, rettili, elefanti, volatili, e della possibilità che “il numero possa crescere”. Tra i punti principali della ricerca, spiega la Lav “auspicando l’approvazione” del ddl, l’aumento della sensibilità dei cittadini ha fatto diminuire “spettacoli e pubblico, il calo dei contributi pubblici, maggiori assegnazioni alle nuove forme artistiche che non utilizzano animali”. Inoltre “ricollocare gli animali potenzialmente dismessi, è un’azione necessaria e un costo minore, rispetto agli attuali costi pubblici e privati del circo con animali. Un impegno per la riconversione in spettacoli senza animali che potrebbe essere sostenuto attraverso l’accesso a fonti di finanziamento esterne”. In Lombardia, grazie a Expo, e Piemonte, dove sono più diffusi gli spettacoli di “circo contemporaneo” senza animali, la ricerca evidenzia che non c’è stata crisi. L’esempio virtuoso di spettacolo che rinuncia agli animali citato nel rapporto è quello del Cirque di Soleil. Anche Trentino A.A., Molise e Calabria reggono bene. L’indagine Censis è stata finanziata grazie all’aiuto della stilista Elisabetta Franchi, animalista impegnata e fervente sostenitrice di Lav. Alle sfilate dello scorso anno ha presentato alcuni capi contro lo sfruttamento degli animali nei circhi (foto sotto), ne abbiamo scritto qui su 24zampe.
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