La pelliccia del lupo durante l’inverno è più folta, per questo Vladimir Krivenchik piazza le trappole solo sulla neve. Il cacciatore bielorusso e sua moglie Nina Skidan vivono a Khrapkovo, nell’area abitabile a ridosso della zona contaminata nel 1986 dall’incidente nucleare di Chernobyl, sul confine con l’Ucraina. Qui i lupi, predatori incontrastati, hanno preso il sopravvento e sono diventati sette volte più numerosi delle altre aree rurali del paese, ragion per cui gli allevatori pagano i cacciatori per tenerne a bada la popolazione: circa 80 dollari per esemplare, in rubli bielorussi, il 75% del suo stipendio da contadino in un granaio. In più, ai cacciatori resta l’animale da vendere, a partire dalla pelliccia: “Per questo non caccio lupi in estate – spiega alla Reuters Krivenchik -, il manto è troppo poco spesso”. Ma nella stagione giusta, ogni mattina l’uomo controlla le tagliole e le sposta se sono vuote. Se invece hanno preso il lupo, lo uccide e lo porta a casa per scuoiarlo. Oltre alla pelliccia, Krivenchik vende il cuore, le ossa delle zampe e altre parti utilizzate nella medicina tradizionale. Nel 2016, nell’area sono stati catturati ufficialmente circa 1700 esemplari di lupo. Nella foto sopra, Vladimir con il cognato Nikolay Skidan uccidono per strangolamento un lupo rimasto nella trappola. Sotto, altre immagini del servizio, tutte di Reuters/Vasily Fedosenko.
Un lupo catturato in attesa di essere scuoiato
Le tagliole hanno fatto una vittima
Vladimir Krivenchik con la moglie Nina Skidan
La pelliccia di un lupo
L’animale appena strangolato viene tolto dalla tagliola dal cacciatore
Il lupo bloccato nella trappola che gli imprigiona la zampa
Il cuore e altre parti del lupo saranno vendute per l’utilizzo in medicina
La fase di scuoiatura del lupo